Edificio religioso situato nei pressi dell’omonima località in provincia di Arezzo facente parte della diocesi Arezzo- Cortona- Sansepolcro, all’interno delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Fu fondato da San Romualdo nei primi anni dell’XI secolo ed è la casa madre della Congregazione benedettina dei monaci camaldolesi.
San Romualdo giunse nel 1012 tra il Pratomagno e il Monte Falterona in mezzo alle foreste casentinesi e decise di fondare un eremo in una radura detta Campo di Maldolo.
Incoraggiato dal vescovo di Arezzo Tedoldo, che aveva la giurisdizione di quella località, vi eresse cinque celle e un piccolo oratorio dedicato a San Salvatore Trasfigurato che era il primo nucleo dell’eremo.
Successivamente furono aggiunte quindici celle al nucleo originario della struttura.
Oggi l’eremo di Camaldoli è uno dei polmoni della comunità monastica: il monastero e l’eremo i cui monaci appartengono alla stessa comunità, sorgono a poca distanza l’uno dall’altro e vivono la stessa regola, ma seguono stili di vita in parte diversi dando maggior spazio alla vita comunitaria nel monastero e privilegiando il raccoglimento personale nell’eremo.
All’interno dell’eremo vivono attualmente nove monaci; il monastero si affaccia sulla strada con un portone attraverso il quale si accede al cortile interno.
Dal cortile si possono visitare la foresteria, la Chiesa, la cella di San Romualdo e la sala del refettorio.
Benedetta Giovannetti