I tribunali di Parigi ospiteranno una causa milionaria, una causa che vede al centro “Pastora che fa rientrare il suo gregge”, un quadro di Camille Pissarro rubato quasi un secolo fa dai Nazisti e poi finito, per vie traverse, nel museo dell’Università dell’Oklahoma.
Il quadro, dal 2017, era esposto al Musée d’Orsay, e dovrebbe tornare negli Stati Uniti d’America dopo oltre tre anni. Tuttavia, ci sono problemi legali. La figlia adottiva dell’uomo a cui fu rubato il quadro all’epoca rivendica la restituzione di quel quadro.
La donna si chiama Léone-Noelle Meyer, una pediatra in pensione di 81 anni, tra le donne più ricche Francia. Questo suggerisce una battaglia ideologica e non economica, nonostante il quadro sia stato valutato 1,5 milioni di euro.
La “Pastora che fa rientrare il suo gregge” fu dipinta nel 1886, nel periodo massimo dell’espressionismo, ed è stato solo uno dei tanti quadri e opere d’arte vittime delle razzie naziste. E della burocrazia, questo perché già nel 1951 la Mayer è a conoscenza di dove si trova il suo quadro: In Svizzera, ma le norme sulla prescrizione della nazione le impediscono di recuperarlo.
Passati oltre 60 anni, il figlio della Mayer ritrova il quadro, nel 2012, sul sito del Museo dell’Università dell’Oklahoma, arrivato lì nel 1957 come donazione di una coppia di collezionisti che lo avrebbe acquistato in Svizzera nel 1957. Ma, secondo il Museo, è ormai troppo tardi per richiedere il quadro indietro.
Passano altri 4 anni, nel 2016 la Mayer firma un accordo con il quale il quadro passerà, e apparterrà, a rotazione al Museo Fred Jones Jr e al Musée d’Orsay. Tuttavia, l’ereditiera pare aver cambiato idea.
I problemi ci saranno, e il Museo dell’Oklahoma ha già una vittoria dalla sua, una condanna per l’ereditiera a pagare milioni per aver rotto il contratto firmato nel 2016. Ma il quadro era dei suoi genitori, ai quali fu strappato, insieme alla vita. Una causa che servirà anche per aprire nuove strade alle restituzioni di beni sottratti dai nazisti alle famiglie ebree.
Domenico Attinanese