L’INPS sta lavorando attivamente per colmare la grave lacuna, ereditata dall’ex-INPDAP, della frequente mancanza di periodi lavorativi negli estratti contributivi dei dipendenti pubblici. E’ quanto rileva EPACA-Coldiretti di Campobasso, nel riportare le difficoltà registrate da tantissimi dipendenti pubblici molisani, che si sono trovati di fronte all’incompletezza dei periodi lavorativi effettivamente svolti, causati dalle gestioni precedenti delle posizioni contributive, che vedevano coinvolti diverse amministrazioni pubbliche prima della soppressione dell’ex-INPDAP e il passaggio della gestione all’INPS, avvenuta nel 2012. Le preoccupazioni per i lavoratori sono talmente alte da aver indotto l’INPS a un atto formale di chiarimento, circa il rischio di prescrizione dei contributi. Come chiarisce Giuseppe Colantuoni, che dirige l’EPACA Provinciale di Campobasso, l’INPS ha specificato che i contributi dei dipendenti statali iscritti alle gestioni pubbliche non cadranno in prescrizione il 31 dicembre 2018 e potranno essere recuperati dal lavoratore anche dopo il 1° gennaio 2019, in particolare i periodi assicurativi maturati prima della soppressione dell’ex Inpdap, e ora in gestione all’INPS. Infatti, dal 1° gennaio 2019 sarà l’Amministrazione datrice di lavoro degli statali a non avere più la possibilità di regolarizzare i versamenti mancanti, opportunità concessa fino al 31 dicembre 2018, ma sarà obbligata a sostenere l’onere del trattamento in quiescenza riferito ai periodi di servizio, per i quali è intervenuta la prescrizione quinquennale. Un discorso diverso è per i 128.000 lavoratori in Italia che hanno avuto almeno un periodo d’iscrizione alla CPI (Cassa Pensioni Insegnanti) e ai quali l’Istituto sta inviando l’estratto conto cartaceo con l’invito a inoltrare eventuali richieste di variazione posizione assicurativa. Il passaggio è delicato dato che dal prossimo 1° gennaio 2019, gli insegnanti delle scuole primarie paritarie, quelli degli asili eretti in enti morali e delle scuole dell’infanzia comunali, iscritti alla Cassa Pensioni Insegnanti, potrebbero doversi pagare di tasca loro i contributi prescritti, il cui termine è di cinque anni. Ciò nell’ipotesi in cui il datore di lavoro non vi abbia provveduto e nel caso la richiesta di variazione dell’estratto contributiva sia presentata dopo il 31 dicembre 2018. Come Patronato, afferma Giuseppe Colantuoni, siamo particolarmente attivi nel coadiuvare l’INPS, inviando i rilievi e la documentazione degli assistiti, per la sistemazione della posizione assicurativa, che consentirà anche ai dipendenti pubblici di avere un estratto consolidato e aggiornato, sulla base del quale sarà possibile procedere all’erogazione delle prestazioni. Da EPACA-Coldiretti Provinciale di Campobasso invitano, poi, i pensionati di tutte le categorie, in particolare i lavoratori autonomi, a fare attenzioni agli importi di pensione percepiti. Infatti, evidenzia Colantuoni, sono frequenti i casi in cui accertiamo il diritto a pensioni di maggiore importo, che non è stato riconosciuto perché deve essere generato solo a seguito di specifica richiesta del pensionato e non può essere attribuito d’ufficio dall’INPS. Risultano, infatti, abbastanza frequenti i casi di persone, assistite da EPACA, che si vedono riconosciuti importi di arretrati di pensione, anche di considerevole consistenza, come nel caso, ad esempio, di due assistiti del Basso Molise. Un pensionato di Termoli ha percepito, a seguito di ricalcolo della pensione chiesto tramite EPACA-Coldiretti, 23.000 euro di arretrati, e una pensionata di Guglionesi ha ottenuto poco più di 13.000 euro di arretrati. L’EPACA-Coldiretti di Campobasso ricorda inoltre che, entro il prossimo 12 dicembre 2018, gli insegnanti e i dipendenti della Scuola che intendono andare in pensione, a decorrere dal 1° settembre 2019, devono presentare la relativa domanda.
Stefano Venditti