Caffeina realizza un sondaggio su 250 neo genitori o futuri tali della propria community in merito al sentiment di questi rispetto ai brand e al loro sostegno alle famiglie
Il ruolo dei brand influenza i consumatori e diventa fondamentale per l’economia italiana perché può cambiare le scelte degli acquisti di una famiglia. A interrogarsi su questo fenomeno è Caffeina, Digital Native Agency fondata nel 2012 da Tiziano Tassi, Henry Sichel e Antonio Marella, che ogni giorno lavora con centinaia di realtà differenti, con una ricerca su neo e futuri genitori rispetto al ruolo dei brand nel sostegno alle famiglie. Emerge dalla ricerca che «tra gli attori ritenuti più responsabili, i brand siano il fanalino di coda, preceduti da datori di lavoro, amicizie e famiglie d’origine. Inoltre, i desiderata maggiori verso le aziende riguardano la sfera economica, quindi sconti e contenimento dei prezzi (53%), la qualità dei prodotti e l’attenzione a inclusività e sostenibilità». A sostegno di questa indagine sono ben presenti i dati dell’Istat: «Per il 2021 la natalità dell’Italia ha sfiorato i minimi storici, con un calo dell’1,3% rispetto al 2020 e poco più di 399 mila nascite».
I dati di Caffeina
Dall’indagine emerge che «seppur governo ed enti pubblici siano considerati i principali responsabili del sostegno alle famiglie, l’aiuto maggiore deriva dalle famiglie d’origine, mentre seguono il datore di lavoro (terzo posto), la rete di amicizie e, solo in ultima posizione, i brand. Oltre la metà dei rispondenti, circa il 53%, si aspetta dai brand un aiuto in tal senso, declinabile in diverse attività più o meno concrete: come prevedibile, il sondaggio registra i desiderata maggiori legati alla sfera economica (sconti e promozioni dedicate, 34%, omaggi e gadget, 11%, e un generale contenimento dei prezzi, 7%), ma non mancano temi che ricadono in una sfera più valoriale e di supporto alla genitorialità a 360 gradi. Per esempio, maggiore qualità e prodotti più adatti alle esigenze dei bambini (4%), servizi e iniziative dedicate ai genitori (3%), attività di CSR (3%), corsi, consigli e attività educative (3%), sostenibilità e attenzione al pianeta (1,3%) e una comunicazione più sensibilizzante e inclusiva (1,3%)».
Povertà familiare
La bassa natalità preoccupa perché è legato a questioni come la povertà, l’insicurezza economica e l’instabilità sociale. Sempre l’Istat registra «un livello medio di povertà familiare del 7,5% (2021), che sale all’11,6% in famiglie di quattro persone e al 22,6% di cinque. Si aggiunge a questo il costo del mantenimento della prole che in Italia è pari a 175 mila euro fino a 18 anni, con i giovani che accedono al mondo del lavoro sempre più tardi. La previsione è che nei prossimi 10 anni, la popolazione italiana calerà di oltre un milione di persone, con le future nascite che non saranno sufficienti a colmare il gap dei decessi».
Francesco Fravolini