“I dati di Unioncamere consegnano un quadro incoraggiante ma bisogna fare di più perché la crescita delle imprese diventi strutturale. Ben vengano incentivi e politiche ad hoc. È grave che il tessuto imprenditoriale italiano abbia solo un’impresa su 5 guidata da donne”.
L’imprenditoria femminile registra una buona performance nell’economia italiana. È una bella realtà, quella delle imprese condotte dalle donne, che deve continuare a evolversi, costantemente.
Le imprese al femminile possono conquistare il loro spazio, per diversificare l’offerta sul mercato italiano.
“I dati dell’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile di Unioncamere ed Infocamere – commenta Giuseppe Arleo, coordinatore dell’Osservatorio Next Generation Eu del think tank Competere.eu, dedicato alle strategie di attuazione del Recovery Plan in Italia – delineano un quadro incoraggiante per quanto riguarda le imprese femminili avviate dalle under 35, sebbene sia di poca entità la crescita complessiva delle imprese rosa rispetto al primo trimestre dello scorso anno, dove erano avviate 26.044 imprese rispetto all’anno in corso, pari a 26.299, registrando un segno positivo ma davvero impercettibile”.
È fondamentale che, arrivino gli incentivi per la partecipazione femminile e le agevolazioni oppure le facilitazioni nella fase di accesso; occorre, nell’ottica di una rivisitazione complessiva delle politiche agevolative, un aiuto più concreto in termini di semplificazioni e velocità di attuazione dei bandi pubblici. Soltanto con un maggiore investimento è possibile allargare quell’ampia platea di soggetti economici, al fine di aumentare le opportunità di crescita e garantire anche una presenza femminile all’economia italiana.
Francesco Fravolini