Nel 2020 ottima la performance a volume e a valore e incremento della produzione del +8,3%. Il valore della certificazione DOP ha premiato anche durante la pandemia. A fare da traino sono i pre-affettati e porzionati disponibili nei frigo a libero servizio (che rappresentano ormai il 58% dei volumi acquistati dalle famiglie), le cui vendite sono aumentate del 15,9%. (Fonte Dati IRI).
Aumentano le esportazioni nel settore dei salumi. Conviene ricordare che il settore economico aveva registrato nel 2019 segnali di ripresa (+1,4%). Il dato evidenzia un buon incremento delle vendite anche nel 2020 (+3,2%). A fare da traino sono i pre-affettati e porzionati disponibili nei frigo a libero servizio (che rappresentano ormai il 58% dei volumi acquistati dalle famiglie), le cui vendite sono aumentate del 15,9%. (Fonte Dati IRI). Non dimentichiamo che la pandemia del Covid-19 ha creato forti problemi economici in alcuni ambiti dell’industria alimentare. Non possiamo dimenticare la chiusura pressoché totale del canale Horeca e la diminuzione dell’export, a causa della caduta degli scambi internazionali nei principali Paesi partner commerciali.
I dati produzione e vendita 2020
La produzione certificata dei Salamini Italiani alla Cacciatora DOP ha avuto nel corso del 2020 un andamento decisamente positivo, chiudendo l’anno con un incremento del +8,3% (3.974.074 Kg) rispetto al 2019, anno che a sua volta si era già chiuso positivamente (+8,9% rispetto al 2018). La buona performance della DOP può essere legata ad un andamento positivo di questo salume nell’ultimo periodo e alle nuove condizioni socio-psicologiche che si sono verificate in conseguenza della pandemia, che hanno portato i consumatori a dare la propria preferenza a prodotti confezionati perché considerati più sicuri a livello igienico, veloci da identificare e da scegliere nel punto vendita, e agli alimenti definiti “comfort food”, come appunto il Salame Cacciatore Italiano DOP.
Il settore dei salumi
Per i salumi DOP e IGP è la provenienza geografica del cibo ad avere cambiato la prospettiva del consumatore: per un italiano su due ha più importanza che in passato. Oltre che per motivazioni valoriali legate alla sostenibilità sociale, del territorio e delle comunità locali, il consumatore crede sempre di più al tema della sostenibilità ambientale del cibo, sia per una peculiare sensibilità verso l’ecosistema locale sia per la necessità di tutelare il proprio benessere personale e, in definitiva, la propria salute, che con la pandemia diventa un tema di assoluta centralità (Fonti Ufficio Studi Coop e Nomisma Osservatori).
Francesco Fravolini