Economia, aumentano i prezzi delle abitazioni

Il dato emerge dalla rilevazione condotta dall’Istat. Nel secondo trimestre 2023 l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, aumenta del 2,0% rispetto al trimestre precedente 

Aumentano i prezzi delle abitazioni. È quanto emerge dall’ultima rilevazione dell’Istat. «Secondo le stime preliminari – si legge nel documento – nel secondo trimestre 2023 l’indice dei prezzi delle abitazioni acquistate dalle famiglie, per fini abitativi o per investimento, aumenta del 2,0% rispetto al trimestre precedente e dello 0,7% nei confronti dello stesso periodo del 2022 (era +1,0% nel primo trimestre 2023). L’aumento tendenziale dei prezzi delle abitazioni è attribuibile sia ai prezzi delle abitazioni nuove, cresciuti dello 0,5% su base annua, in forte rallentamento rispetto al trimestre precedente (era +5,3%), sia a quelli delle abitazioni esistenti, che salgono dello 0,8% (in lieve accelerazione dal +0,3% del primo trimestre). Questi andamenti si manifestano in un contesto di marcata riduzione dei volumi di compravendita (-16,0% la flessione tendenziale registrata nel secondo trimestre 2023 dall’Osservatorio del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate per il settore residenziale, dopo il -8,3% del trimestre precedente). Anche su base congiunturale, la dinamica dell’IPAB (+2,0%) è imputabile sia ai prezzi delle abitazioni nuove sia a quelli delle esistenti, in aumento rispettivamente del 2,0% e dell’1,9%».

Suddivisione geografica

Nella suddivisione geografica possiamo notare la situazione economica con maggiore precisione. «Nelle ripartizioni geografiche – si legge nel documento – si registra una crescita dei prezzi delle abitazioni su base congiunturale mentre su base annua le dinamiche sono differenti. Nelle ripartizioni del Nord i prezzi delle abitazioni continuano a crescere accelerando nel Nord-Ovest (da +2,0% a +2,5%) e rallentando nel Nord-Est (da +1,9% a +1,1%); nel Centro e nel Sud e Isole, invece, si registrano tassi tendenziali negativi rispettivamente pari a -0,7% e a -1,5% (da +0,1% e -0,7% del trimestre precedente)».

Francesco Fravolini

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