Tra le numerose specie animali che si sono estinte in periodo storico la più conosciuta e simbolica è indubbiamente il Dodo (Raphus cucullatus). Questo grosso e uccello dell’ordine dei Columbiformi, dal peso di oltre 25 kg., goffo e inetto al volo, viveva sull’isola di Mauritius nell’arcipelago delle Mascarene, nell’Oceano Indiano, e non aveva predatori naturali. Purtoppo, come spesso accadeva in passato, l’arrivo dei primi esploratori su queste piccole isole portò alla rapida estinzione questo animale: scoperto nel 1598, fu avvistato l’ultima volta intorno al 1662. Le cause della sua estinzione sono dovute all’azione indiretta dell’uomo: infatti l’ipotesi che fossero stati massacrati per cibarsene sembra poco credibile in quanto, negli scritti dell’epoca, era riportato che la loro carne fosse disgustosa. Più probabilmente si estinsero per una serie di concause: disboscamento, predazione da parte di animali introdotti (topi, gatti, maiali) o razzia delle uova. In ogni caso l’arrivo dell’uomo è stato fatale alla specie.
Il Dodo non fu neanche l’unica specie endemica di Mauritius a estinguersi: stessa sorte capitò tra gli altri al Piccione blu (Alectroenas nitidissimus), il Rallo rosso (Aphanapteryx bonasia) e il Gufo di Mauritius (Mascarenotus sauzieri) oltre a mammiferi, rettili e molte piante. Alcune specie come il Gheppio di Mauritius (Falco punctatus) sono state recentemente salvate con progetti ad hoc.
Del Dodo si conservano pochi resti. Fino a qualche anno fa esistevano solo pochi calchi di parti anatomiche e alcune ossa; i pochi individui impagliati erano andati distrutti in incendi o perduti. Fortunatamente nel 2005 furono trovati numerosi resti ossei e uno scheletro completo. Esiste anche una raffigurazione molto precisa che risale al 1626 ad opera di Roelandt Savery.
Daniele Capello