Candidato 6 volte al premio Oscar, due volte per la migliore sceneggiatura originale e quattro volte per il miglior film straniero, Dino Risi (nato a Roma il 16 maggio 1915 e morto sempre a Roma poco più di 95 anni dopo) è stato uno dei più grandi registi del nostro Paese.
Se anche non volessimo considerare il consenso e i riconoscimenti internazionali, basterebbe dire che si tratta di uno dei massimi esponenti della commedia all’italiana e che ha diretto film come L’armata Brancaleone, I soliti ignoti, I Nuovi mostri, La Grande guerra, Il Marchese del Grillo…e la lista potrebbe essere lunghissima.
Nato a Prati, un quartiere di Roma, per quanto per molto tempo si pensò che la sua città natale fosse Viareggio, figlio di un giornalista, critico teatrale e drammaturgo, morto suicida in epoca fascista per problemi editoriali con il regime.
Nato a Roma, si trasferì davvero a Viareggio, poi a Milano, poi in Toscana, all’università. Il suo primo “esperimento” fu un cortometraggio ispirato da “Cuore Rivelatore” di Edgar Allan Poe, ma il suo primo lavoro ci fu nel 1935, quando fu collaboratore artistico di Alberto Mondadori nel suo primo lungometraggio, I Ragazzi della via Pal. Un film che fece guadagnare a Mario Monicelli un premio a Venezia e lo lanciò verso la carriera di regista.
Una storia d’altri tempi, un 20enne che studia, collabora ad un film e viene lanciato nell’Olimpo della cinematografia mondiale. Storie che forse non vedremo più, ma che ci fa sempre bene ricordare. Perché un tempo accadevano, e magari accadranno ancora.
Domenico Attianese
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