Dino Ignani, 80’s Dark Rome

Il ciclo di ritratti realizzati nelle discoteche di Roma nei primi anni ’80, tra i vincitori del bando Piano per l’Arte Contemporanea 2022-23, al centro di una mostra dedicata all’anima notturna della città, tra moda, musica, street culture, clubbing, poesia, identità di genere.

by Bruno Cimino

Il Museo di Roma in Trastevere presenta, dall’11 settembre al 10 novembre 2024, le fotografie con cui Dino Ignani ha ritratto la Roma ombrosa e scintillante, sotterranea e plateale, degli anni Ottanta del secolo scorso. 80’s Dark Rome è il titolo della mostra, a cura di Matteo Di Castro, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura.

Il nucleo centrale del progetto espositivo è costituito dal ciclo di ritratti, denominato Dark Portraits, che Ignani ha dedicato ai giovani che animavano la vita notturna dell’epoca e, in particolare, i luoghi e gli eventi legati alla scena dark.

Pochi anni dopo l’esplosione del punk, in Italia viene chiamata dark una cultura di strada non riconducibile a un’unica tendenza musicale ma identificata soprattutto dal proprio look, in cui il colore nero assume un’inedita valenza simbolica. È proprio agli inizi del decennio che il termine look entra nel nostro linguaggio per indicare qualcosa che va ben al di là del modo di vestire: l’attitudine a vivere l’aspetto esteriore come un progetto vero e proprio, in cui, oltre all’abbigliamento, entrano in gioco gli accessori, l’acconciatura (taglio e colore), il make-up.
Ignani segue e documenta questo fenomeno puntando sul classico ritratto in posa. Nei videobar, nelle storiche e nuove discoteche della capitale ma anche in locali di altro genere, invita i presenti a farsi ritrarre approntando un set ad hoc, come fosse in studio. Il risultato è un archivio di circa cinquecento immagini, per lo più in bianco e nero, che pur evocando a volte il linguaggio della fotografia di moda, nascono come un progetto personale, rigoroso quanto giocoso.

In mostra sono esposti anche altri lavori realizzati negli anni ’80 da Ignani, in vario modo riconducibili al suo sguardo su una Roma notturna, in ombra, periferica e camaleontica. Dopo le prime visioni sul paesaggio urbano contemporaneo, il fotografo individua proprio nel ritratto il linguaggio con cui registrare le frequenze più profonde della città. 

Nell’estate del 1979, sulla spiaggia di Castelporziano si tiene il Festival internazionale dei poeti. Ignani lo segue solo da spettatore, ma poco dopo inizia a fotografare poetesse e poeti che vivono a Roma, come Dario Bellezza, Patrizia Cavalli, Amelia Rosselli, Valentino Zeichen.

Volti e corpi di donne e uomini di poesia, si affiancano dunque in mostra a quelli di ragazze e ragazzi che cercano a loro volta forme di espressione non convenzionali. Tra loro c’è anche Porpora Marcasciano, riconosciuta oggi come figura storica del movimento LGBTQ, attivista, scrittrice. 

Nel gennaio del 1985 i Dark Portraits sono esposti per la prima volta in uno spazio pubblico, a Palazzo Braschi, e tre mesi dopo compaiono sul mensile Rockstar, ad accompagnare un articolo di Roberto D’Agostino intitolato “Gente di notte”. 

In occasione della mostra sarà pubblicato il libro Dark Rome 1982-1985, edito da Viaindustriae, a cura di Matteo Di Castro, con testi di Daniela AmentaDiego Mormorio, Emanuele De Donno e un’intervista a Dino Ignani.

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