Diminuzione del PIL, economia a due velocità

Lucio Poma, Responsabile Scientifico e Innovazione di Nomisma: «Il dato sull’andamento del secondo trimestre, nel quale il nostro paese registra una diminuzione del Pil del 12,4% rispetto al trimestre precedente e del 17,3% in termini tendenziali, era un dato atteso»

Il forte rallentamento della crescita economica dovuto all’emergenza sanitaria del Coronavirus preoccupa gli economisti. Entriamo nel dettaglio con l’ultimo Rapporto Istat. «Il dato sull’andamento – dichiara Lucio Poma, Responsabile Scientifico e Innovazione di Nomisma – del secondo trimestre, nel quale il nostro paese registra una diminuzione del Pil del 12,4% rispetto al trimestre precedente e del 17,3% in termini tendenziali, era un dato atteso. Tuttavia, è bene rimarcare che resta un dato medio, frutto di una sintesi, come indica l’Istat, di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i comparti produttivi (primario, secondario, terziario), senza fornirci la specifica dell’effettivo calo in questi settori».

Analisi del settore
La situazione economica deve essere controllata in continuazione per intervenire tempestivamente con provvedimenti strategici, studiati per favorire occasioni di ripresa del settore economico in generale. Con Il Coronavirus stanno cambiando le modalità dei consumi e diversi comportamenti delle persone; è necessario intercettare le nuove esigenze per restare sul mercato e continuare a produrre. Il paradigma era cambiato già prima del Coronavirus, pertanto si tratta di rivedere accuratamente il settore e gli asset che sono più in crisi. È del tutto evidente che in questo modo si può evitare la chiusura di molte imprese commerciali.   

Situazioni contrastanti
«Il dato aggregato ci spaventa – conclude Poma – ma ci racconta una realtà a metà. La metà che non ci racconta è quella positiva. Ci sono comparti che stanno procedendo bene e talune imprese crescono anche in quei settori che in termini aggregati crollano. Vi sono ampie differenze di performance connesse ai comparti, alle dimensioni dell’impresa e al contesto regionale e di filiera nel quale le imprese operano. Se da un lato questo dato spaventa, dall’altro c’è una parte economica che sta crescendo e sulla quale dobbiamo edificare le basi per la ripresa del paese nel suo complesso. Per questo non dobbiamo avere paura».

Francesco Fravolini

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