Differenza tra uomo e animale

Gli scritti apocrifi sono così definiti perché, probabilmente, coloro che hanno assemblato le parti di un testo, ritenuto sacro, per esempio della Bibbia, hanno scartato quello che per loro risultava non autentico. Oggi diremmo che si è pensato fossero delle “fake news”. Ma apocrifo (“apokryphos” termine greco) è ciò che è segreto e non ciò che non è vero.
A re Salomone viene attribuita una scheggia di saggezza facente parte delle Odi che però, tengono a precisare gli studiosi, non vanno confuse né con i Salmi né con le Odi del canone delle Chiese ortodosse. Ed è la seguente: “Colui che ha creato la saggezza è più saggio delle Sue opere”. Si tratta di uno scritto apocrifo?
Noi non essendo studiosi doc né di parte ci piace, senza secondi o terzi fini, prendere per interessante ciò che valutiamo buono perché ne vediamo le prove ogni giorno. E dunque possiamo permetterci di pensare che l’autore di questo apocrifo concetto è forse l’unico, tra gli ispirati degli uomini, che sia stato in grado di fornire un’attenuante generica alla follia di quella parte del genere umano capace di feroci azioni assassine, nonché autore di aberranti invenzioni che causano immani catastrofi.
Tuttavia, non ci sarà alcuna assoluzione sino a quando l’uomo non si metterà alla pari di quanto sia stato raggiunto dagli animali, bipedi, quadrupedi, volatili, eccetera.
È forse questo l’intento del Creatore? Mettere alla prova l’uomo con il suo libero arbitrio per concludere se, nell’emanazione animale, l’errore è l’uomo? Oggi non sbaglieremmo mica tanto se dicessimo di sì.
Immaginiamo una realtà capovolta con i nostri simili che hanno, ad esempio, la capacità di vivisezionare noi. Perché no? Visto l’esemplare comportamento nei nostri confronti potrebbero guarirci da tante malattie, molte delle quali generatrici di azioni perverse contro le specie che ci dimostrano cosa sia la fedeltà e l’amore assoluto, quello senza confini, che ci provano cosa sia il sacrificio donando spontaneamente la propria vita. Insomma loro sì che amano il prossimo più di se stessi, anche se  ostile nei pensieri e nelle azioni.
E non è tutto. Vogliamo parlare di come li sfruttiamo coinvolgendoli in lavori tra i più vari o nell’ucciderli per nutrimento?
E dire che non ci sforziamo neanche di ascoltarli i nostri animali, se non per opportunità e convenienza, raramente per ricambiare quei loro sentimenti innati.
Noi, cosiddetti umani, ci siamo trovati, dopo Babele, a vivere divisi da troppe lingue, a non comprenderci, a sentirci razze differenti.
Noi, cosiddetti umani, se dialogassimo con gli animali in un ‘esperanto’ appositamente generato, non saremmo neanche in grado di comprenderli.
E dunque come elencare le principali differenze che ci rendono tanto dissimili dagli animali?
Noi siamo misantropi, loro filantropi. Noi siamo infedeli, loro devoti. Noi siamo buoni e cattivi, anche loro ma sostanzialmente di animo migliore. Noi siamo criminali, loro colmi di bontà. Noi siamo Charles Manson, Hitler, Andrei Romanovich Chikatilo, Pablo Escobar, Stalin, John Johnson, Torquemada, Peter Nirsch ecc. Loro sono Bobby di Edimburgo, Hachikō, Titus Sabinus, Capitán, Laika, Boatswain, Argo, Paquito di Margarita Juliani, Fido di Luca del Mugello e via discorrendo.
Loro sono contenti di vivere sulla terra, nei cieli e nei mari, noi ci sentiamo i conquistatori dei cieli, dei continenti e dei mari che intendiamo solo sottomettere alla nostra avidità.
Altrimenti non si spiegherebbero i vari festival di Gadhimai o di Yulin, e neanche le corride e altre malvagità come quelle celebrazioni dove taluni devoti, per orripilanti  tradizioni,  sacrificano animali ai loro santi e dei.

Bruno Cimino

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