Di giraffa non ce n’è una sola

Si fa presto a dire Giraffa. Il più grande ruminante del mondo con i suoi quasi 6 metri di altezza è uno dei mammiferi più conosciuti per il suo aspetto inconfondibile e curioso e la presenza praticamente in ogni giardino zoologico e museo di storia naturale del mondo e nei numerosi documentari in tv. 

Se fino a pochi anni fa si conosceva la Giraffa come animale monospecifico (Giraffa camelopardis), ora gli studi più recenti hanno messo in evidenza delle differenze geografiche importanti. Secondo una ricerca del 2021 pubblicata sulla rivista Current Biology, di giraffe ne esisterebbero ben quattro specie distinte geneticamente oltre che spazialmente. Un’ipotesi che già era al vaglio da quale decennio e ora sembra essere definitivamente accertata dagli studi genetici. Una rivoluzione a livello conservazionistico: come unica specie la Giraffa è considerata Vulnerabile con circa 117mila individui sparsi per l’Africa (in calo del 30% negli ultimi 30 anni). Ora questo numero sarà da suddividere per quattro specie, alcune delle quali avranno bisogno di una protezione ancora maggiore. La Giraffa è una specie di mammiferi tipica della savana africana. Il suo lunghissimo collo, evoluzione delle vertebre che nei millenni si sono allungate, partendo da un progenitore dal collo “normale” è un adattamento alla pressione ambientale che le ha portate a cibarsi delle foglie di alberi più alti rispetto ad altre specie e a non avere quindi competitori alimentari. Non è invece immune alle predazioni, in quanto vittima, anche se raramente, dei branchi di leoni mentre i giovani sono più a rischio, prede anche di leopardi e iene. Le Giraffe sono imparentate strettamente con gli Okapi (https://www.fulldassi.it/okapi-okapia-johnstoni-criptozoologia/).

Per approfondire:

Daniele Capello

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