Deir El Medina

 Continuando il nostro viaggio in Egitto un altro luogo che merita di essere visitato è Deir El Medina, detto anche il villaggio degli operai. 

Il nome è moderno ma si riferisce ad un antico insediamento urbano in uso per circa 500 anni dal regno di Thutmosi I a quello di Ramesse XI quando gli abitanti lo abbandonarono per trasferirsi nel tempio di Medinet Habu, poco più a sud di Deir El Medina. 

Il territorio occupava una valle laterale in una zona archeologica di enorme interesse per aver ospitato un gran numero di sepolture. 

Deir El Medina era dunque una città di vivi in mezzo ad una città di defunti molto illustri le cui tombe richiedevano un grande impegno artistico e finanziario a partire dalla preparazione fino al momento in cui la tomba veniva sigillata. 

L’esistenza di Deir El Medina è legata a doppio filo alla necropoli in mezzo alla quale si trovava, lì infatti venivano ospitati insieme ai familiari gli operai che lavoravano alla costruzione e alla decorazione delle tombe.

L’opzione di creare insediamenti temporanei accanto a grandi edifici per ospitare coloro che vi lavoravano risale ad una tradizione molto antica e molti villaggi di questo genere sono conosciuti anche ai giorni nostri.

Tuttavia Deir El Medina rappresenta un’eccezione per la sua durata estremamente lunga e per la sua pianificazione territoriale diversa rispetto agli altri villaggi di operai. 

Inoltre le case a Deir El Medina non erano così mediocri come negli altri esempi che sono arrivati fino a noi dove spesso erano costituiti dei semplici cubicoli con modesti focolari per il cibo. 

Queste case sono belle e confortevoli con una specie di cantina per tenere al fresco cibo e bevande. 

Ma cosa più importante è che gli abitanti del sito non erano solo dei semplici scalpellini ma fior fiore di artisti dell’epoca, qui lavorano pittori e scultori radunati dai faraoni che volevano che le proprie tombe e quelle dei loro familiari fossero decorate in modo dignitoso.  

Articoli simili

Come diventare agente immobiliare

ADI Design Museum ospita la boutique solidale di CBM Italia

GREEN WASHING SPIEGATO IN SEMPLICI PASSI