Se si pensa allo sci al femminile in Italia, nonostante le ottime atlete di queste ultime stagioni, il primo nome che viene in mente è Debora Compagnoni. La campionessa lombarda, nata a Bormio, in provincia di Sondrio il 4 giugno 1970 compie oggi 50 anni. La sua carriera è stata costellata di gioie e dolori: a 18 anni subisce il primo grave infortunio al ginocchio e rischia la vita per un blocco intestinale. Gli infortuni sono purtroppo una costante della carriera, tanto quanto le vittorie. Nel 1989 vince i Campionati Italiani in tutte le 4 discipline dello sci alpino. In Coppa del Mondo centra il primo successo nel 1992, prima delle Olimpiadi francesi di Albertville. In quelle Olimpiadi conquista nel Supergigante il suo primo oro a 5 cerchi ma il giorno successivo si lesiona il ginocchio: l’urlo di dolore in mondovisione rimane ancora adesso un ricordo indelebile in chi ha seguito quella gara maledetta. Ma come tutti i grandi campioni, Debora torna a graffiare negli appuntamenti importanti: alle Olimpiadi norvegesi di Lillehammer 1994 è oro nel Gigante. Nella successiva edizione giapponese di Nagano 1998 conquista nel Gigante il terzo oro in tre Olimpiadi, prima atleta nella storia a compiere questa impresa. Anche nei Mondiali la Compagnoni sa trionfare: nell’edizione spagnola di Sierra Nevada 1996 è oro nel gigante, nei successivi Mondiali italiani di Sestriere 1997 fa doppietta conquistando Gigante e Slalom. Sempre nel 1997 si aggiudica la sua unica Coppa di specialità, nel Gigante. Si ritira nel 1999 a soli 29 anni con 16 vittorie e 4 podi in Coppa del Mondo e il fisico logorato dagli infortuni. Fu portabandiera alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Lillehammer e tedoforo dell’edizione torinese del 2006, un giusto riconoscimento a una delle più grandi campionesse dello sport italiano.
Daniele Capello