La guerra di Ray Fisher contro la Warner Media

La guerra di Ray Fisher contro la Warner Media

Ray Fisher, interprete di Cyborg del DC Extended Universe, aveva già lanciato il suo primo attacco lo scorso 20 luglio, quando tramite il suo profilo ufficiale Twitter aveva accusato il regista, produttore, sceneggiatore e fumettista Joss Whedon di aver tenuto comportamenti inappropriati sul set di “Justice League”, con la complicità, a suo dire, dei produttori Geoff Johns e Jon Berg.
In seguito a tali accuse, il presidente della DC Films, Walter Hamanda, aveva annunciato l’avvio di indagini interne per verificare quanto denunciato dall’attore.
È così che è iniziata la battaglia di Fisher contro la Warner Media che, stando a quanto dichiarato dall’attore, ha voluto punirlo cancellando il suo personaggio dal DCEU ed escludendolo anche dal film di “Flash”.
L’attore è andato al contrattacco con un nuovo post di accuse, sempre sul medesimo social network, ma questa volta rivolte nei confronti di Walter Hamanda, colpevole di aver tentato di insabbiare tutto, zittendolo.
Fisher, infatti, ha scritto: “Nessuno, in nessuna professione, dovrebbe discutere con i suoi lavoratori riguardo ai reclami di abusi, razzismo e discriminazioni. E nessuno, in nessuna posizione di comando, dovrebbe cercare di impedire che questi reclami vengano a galla”. L’attore scrive, inoltre, che Hamanda, con il suo intervento, ha interferito nelle indagini e che il comunicato stampa che egli ha rilasciato al The Wrap a nome della Warner Bros. Pictures sarebbe “falso, vigliacco e avventato”.
Infine ha sottolineato che Hamanda è inadatto per l’incarico che ricopre, poiché negli anni avrebbe già coperto diverse altre istanze di abusi sul set inoltrate da altri colleghi.

Yami

 

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