David di Donatello 2024

Il costumista Sergio Ballo mette in imbarazzo gli organizzatori

Il 3 maggio negli Studi di Cinecittà si è svolta la cerimonia di premiazione della 69esima edizione dei David di Donatello. C’è stata qualche sorpresa, non tanto sulla quantità di statuette che avrebbero portato a casa i principali favoriti, ovvero Cortellesi e Garrone, quanto sulle categorie per le quali se le sono aggiudicate. Per esempio, tutti davano per scontato che “C’è ancora domani” avrebbe vinto nella categoria “Miglior Film”, invece tale titolo è stato conquistato da “Io Capitano”.

Ma a far discutere maggiormente è stato il monologo di tre minuti del costumista Sergio Ballo, che nel ritirare il premio della sua categoria vinto per il film “Rapito” insieme alla collega Daria Calvelli, ha messo in imbarazzo gli organizzatori del premio.

«Sono arrabbiato questa sera, perché ci hanno messo sulle scale. Avremmo voluto condividere la sala con i nostri colleghi» ha esordito, indispettito dal fatto che i premi per le categorie minori venisse assegnato nei teatri di posa e non sul palco, come per i registi e gli attori. Proseguendo, Ballo ha fatto notare che i vincitori fossero in due ma che la statuetta assegnata fosse soltanto una: «potevate darci due statuette, che tirchieria. Purtroppo il nostro lavoro di costumisti e scenografi viene visto come le vetriniste e le domestiche».

A questo punto, il conduttore Carlo Conti ha provato a moderare i toni e a giustificare le scelte operate dagli organizzatori dell’evento: «Aver portato alcune categorie in alcuni spazi speciali ci sembrava una ricchezza, non una deminutio».

Dopo aver fatto presenti le sue rimostranze per il trattamento ricevuto, il costumista veneto ha cambiato discorso, andando a toccare un tema ancora più delicato.

«Volevo dedicare questo premio ad una amica che non c’è più»  ha detto, riferendosi a  Stefania che pochi giorni prima di morire gli regalò uno scialle di preghiera ebraico (chiamato taled) appartenuto a suo nonno morto ad Auschwitz il 30 maggio del 1944. Poi ha continuato: «L’hanno preso per una spiata italiana. Questo mi riporta a un discorso generale sul film di Marco che ho voluto disperatamente fare. E sul caso di Edgardo Mortara, il piccolo ragazzino che morì in Belgio poche settimane prima che i nazisti lo invadessero.»

A Ballo erano concessi 45 secondi per fare il suo discorso, ma l’artista se ne è presi di più, chiedendo di non essere interrotto e ha proseguito: «Nonostante due battesimi, per le leggi razziali italiane un ebreo sarebbe finito in un campo di concentramento. Oggi è un periodo triste per tutti noi, perché c’è un ritorno perverso dell’antisemitismo in quanto l’Europa adesso sostiene la baraonda a cui stiamo assistendo.» E concludendo ha dichiarato: «Ora l’Europa è diventata improvvisamente sionista. Dico una cosa corretta, non sto parteggiando per nessuno. Si prende la bandiera del sionismo che però è un concetto molto complesso. Il sionismo può essere anche cristiano, revisionista. Però l’Europa in questo momento continua ad essere antisemita. Ed è una cosa terribile.»

Indubbiamente, l’intervento dell’uomo verrà ricordato a lungo per aver fatto tremare più di una poltrona ai vertici della Rai.

Yami

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