Il parassitismo nel mondo animale è un comportamento molto diffuso, soprattutto da parte di piccoli organismi invertebrati che sfruttano altri animali per sopravvivere. E’ invece poco comune tra i vertebrati: negli uccelli alcune specie si definiscono “parassiti di cova” e tra questi i più conosciuti sono i Cuculi. Si tratta di una strategia riproduttiva che porta gli uccelli a deporre le proprie uova in nidi altrui lasciando alle specie parassitate il compito di crescere il pulcino. Esistono mumerose specie di Cuculidi nel mondo ma non tutti sono parassiti: una cinquantina lo sono in maniera obbligata mentre altre lo sono saltuariamente ma la maggior parte costruiscono un proprio nido e allevano la propria prole. In Europa vivono soo due specie di uccelli parassiti: il Cuculo e il Cuculo dal ciuffo, entrambe nidificanti e migratrici. Il Cuculo dal ciuffo (Clamator glandarius) in Italia è abbastanza raro (20 coppie stimate nel 2006 in Centro Italia) ma con tendenza all’espansione. E’ specializzato nel parassitare principalmente i Corvidi, in particolare le Gazze. I pulli, cioè i pulcini, di questa specie generalmente crescono insieme ai pulli delle specie parassitate.
Il Cuculo (Cuculus canorus) è molto più diffuso: presente in tutta Italia, tranne alcune aree di Puglia e Sicilia. A differenza del “cugino” parassita molte specie: gli ornitologi Pierandrea Brichetti e Giancarlo Fracasso riportano sulla loro pubblicazione “Ornitologia Italiana” una lista di 53 specie parassitate con successo in Italia. La scelta non è casuale ma ogni femmina, su basi genetiche, parassita una determinata specie bersaglio, quella da cui è stata allevata, deponendo uova del tutto simili a quelle della vittima. Inoltre il pullo nasce prima dei suoi “compagni di nido” perchè comincia a svilupparsi quando l’uovo è ancora nel corpo della madre; quando nasce, infine, elimina le altre uova per rimanere l’unico individuo nel nido.
Bibliografia: Brichetti, P., & Fracasso, G. (2006). Ornitologia Italiana. 3 Stercorariidae-Caprimulgidae. Alberto Perdisa Editore, Bologna.
Daniele Capello