I cuccioli degli animali da sempre attirano l’attenzione e la compassione degli esseri umani, in particolare quelli che sembrano abbandonati e indifesi.
Viene così naturale tentare di aiutarli raccogliendoli e curandoli, oppure portandoli a qualche Centro di Recupero (CRAS e CRFS, di cui ho parlato nell’articolo precedente).
Ma attenzione! Questo comportamento, per quanto pietoso e amorevole, spesso è deleterio, se non letale, per i cuccioli e sono gli stessi CRAS e veternari che lo ricordano ogni primavera.
Prendiamo per esempio uno degli
animali che più “subisce” questo eccesso di compassione: il capriolo. Può
capitare di imbattersi in un cucciolo, all’apparenza abbandonato nel bosco: in
realtà i caprioli adulti hanno un comportamento particolare, che li porta a
cercare il cibo lasciando da solo il piccolo, ma tornando poi sempre a
nutrirlo: raccogliere il cucciolo è deleterio per l’animale, perchè, come
ricordano gli stessi CRAS, non sempre riescono a raggiungere l’età adulta se
cresciuti in cattività, e in ogni caso non potrebbero tornare alla vita
selvatica perchè abituatisi alle cure umane. Stessa cosa vale per i nidiacei
degli uccelli.
Cosa è meglio fare allora? Gli esperti ricordano che solo in caso di individui
visibilmente feriti è necessario portare l’animale in un Centro di Recupero,
altrimenti, soltanto in caso di immediato pericolo (per esempio cani e gatti
randagi nelle vicinanze) è il caso di toccare gli animali e di metterli in una
posizione sicura ma sempre in zona, perchè i genitori riescano a trovarli e
nutrirli, altrimenti è più indicato non intervenire, per il loro bene.
Daniele Capello