Quando ho scritto qualche settimana fa a riguardo del mimetismo come strategia difensiva nel mondo animale, avevo accennato a un fenomeno simile, chiamato “criptismo“. Se per “mimetismo” ci si riferisce all’imitazione di un’altra specie, con il criptismo si evidenzia in etologia la capacità di potersi rendere quasi invisibili nell’ambiente. Uno degli animali più conosciuti per questa abilità è il Camaleonte, in grado addirittura di cambiare il colore della propria livrea per confondersi con lo sfondo di quel momento: questa tipologia è chiamata “criptismo effimero” a causa della durata temporanea. Simile, ma non soggetto a cambiamento nel tempo, è il “criptismo permanente”, tipico di animali come la Sogliola che lo adotta per cacciare senza essere vista. Alcuni animali predatori acquatici, come Pinguini e Squali, sfruttano invece il cosiddetto fenomeno dell’ “ombra opposta”: il dorso scuro confonde chi li osserva dall’alto, mentre il ventre biancastro confonde chi li osserva da sotto.
Il più delle volte però il criptismo viene sfruttato per difendersi dai predatori: è il caso degli Insetti stecco e Insetti foglia, incredibili invertebrati dalle forme praticamente identiche ai corrispettivi elementi vegetali. Un caso particolare è quello delle Zebre, il cui manto a strisce causa un effetto ottico in grado di confondere i predatori ma anche i parassiti come la pericolosa Mosca tze-tze.
Il criptismo non agisce solo sulla vista ma anche su altri organi: alcune falene sono in grado di rendersi “invisibili” all’ecolocalizzazione dei pipistrelli, per sfuggire alla loro caccia, mentre altre specie, sempre di farfalle notturne, sono capaci di produrre feromoni identici a quelli delle api, in modo da infiltrarsi negli alveari senza essere riconosciute e rubare loro il miele.
Daniele Capello