Crescita Economica e Riduzione CO2, una combinazione possibile

Combattere le emissioni CO2 crea problemi allo sviluppo economico. Quante volte si è sentita questa frase? O qualcosa di simile? Un articolo pubblicato su Oxford Open Energy, pubblicato dalla Oxford University Press, invece, indica esattamente il contrario. Secondo questo articolo, I paesi possono arrivare a zero emissioni nette di carbonio entro il 2050 mantenendo la crescita economica.

Zero emissioni nette entro il 2050 è un obiettivo comune alla politica climatica di molti Paesi (per quanto, parafrasando il vecchio adagio, troppo poco e, forse, troppo tardi). La linea è stata demarcata grazie agli Accordi di Parigi del 2015, con i quali alcuni Paesi hanno firmato per “contenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto di 2 °C rispetto ai livelli preindustriali e proseguire gli sforzi limitare l’aumento della temperatura a 1,5 °C al di sopra dei livelli preindustriali”.

Un obiettivo difficilissimo, visto che nessun governo ha ancora tentato di cambiare i modelli produttivi che sono alla base di questo problema. Di conseguenza, bisogna almeno tentare di cambiare lo sviluppo energetico. E questa ricerca ha utilizzato dati del sistema energetico e i modelli macroeconomici per esplorare non solo come questi obiettivi potrebbero essere raggiunti, ma anche se è possibile raggiungerli con una crescita economica continua fino al 2100.

Per quanto in molti amino ripetere che una soluzione della crisi climatica non è coerente con la continua crescita economica nei paesi ricchi (Come se, oltretutto, fosse un dato più rilevante del problema), in realtà non è così. I reali dati indicano che tra il 1990 e il 2016 l’economia dell’Unione Europea è cresciuta di oltre il 50%, mentre le emissioni di CO2 sono diminuite del 25%.

Lo studio ha analizzato vari scenari per rallentare la crescita della domanda di energia a livello globale e l’utilizzo di  tecnologie rinnovabili necessarie per decarbonizzare quasi completamente la produzione di elettricità entro il 2100, così da  produrre sette volte più energia nel 2100 che quanto utilizzata nel mondo nel 2010.

Diversi scenari dello studio rientrerebbero nei limi dell’accordo di Parigi, ossia tenere l’aumento della temperatura al di sotto dei 2 °C, anche se le conseguenze del cambiamento climatico le stiamo già vivendo e peggioreranno nei prossimi anni.

E, seppur la prova che una riduzione di CO2 è possibile insieme alla crescita economica (il mantra del XXI secolo), è avvilente vedere come già negli anni ’70 la tecnologia green era possibile, ma è stata accantonata in nome proprio della crescita economica. Se avessimo iniziato all’epoca, il 2100 sarebbe stato il 2050 e, magari, non saremmo arrivati al livello in cui siamo oggi.

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