Covid, l’altro lato della medaglia. Come il Lockdown ha salvato delle vita

LA RIDUZIONE DELLA PRODUZIONE E IL DISTANZIAMENTO SOCIALE SONO UN TOCCASANA PER L’INQUINAMENTO ATMOSFERICO. UN RECENTE STUDIO SPIEGA QUANTO E COME QUESTO INFLUISCE SULLA DURATA DELLA NOSTRA VITA.

Cosa vuol dire entrare in auto, girare la chiave e partire?

Secondo lo studio del dott. Francesco Granella1, vuol dire accorciare la vita complessiva di 100 000 individui, di ben 176 anni per via dell’inquinamento. All “RFF-CMCC, EUROPEAN INSTITUTE ON ECONOMICS AND THE ENVIRONMENT, EIEE”, è stato condotto uno studio firmato Made in Italy, condotto da un nostro connazionale dott. Francesco Granella col suo gruppo di ricercatori. Essi hanno analizzato l’impatto del Lockdown sul clima e tratto importanti conclusioni. Eccolo qui spiegato in maniera semplice e concisa.

Partiamo dal fatto: l’Italia, è stato uno dei primi paesi ad adottare il “modello cinese”, con misure restrittive atte a garantire solo beni e servizi essenziali2.

Il periodo di Quarantena che abbiamo vissuto a partire dal 21 Febbraio, con misure via via più restrittive nei mesi successivi, ha portato a un isolamento a domicilio, salvo che per limitate eccezioni. Ciò ha fatto sì che a ridursi non fossero solo gli spostamenti di lavoro, ma anche quelli legati alle attività extralavorative. In aggiunta, lo stop a tutte le attività produttive e agli esercizi non essenziali ha causato un rallentamento del motore produttivo del paese con un impatto indiretto sull’ambiente. Per avere un’idea concreta dell’effetto sull’ambiente, possiamo confrontare le immagini fornite dal satellite Copernicus Sentinel-5P e processate da KNMI/ESA3, che rappresentano la mappa dell’inquinamento atmosferico in Italia e Spagna, a confronto tra Marzo 2019 e Marzo 2020 durante la quarantena: è evidente un forte calo dell’inquinamento atmosferico nelle principali città europee.

Durante il Lockdown, ci siamo dimenticati di clacson, smog e ingorghi stradali, in particolare nelle ore di punta, che coincidevano con l’orario di arrivo e uscita da lavoro.

Perché si possa davvero prendere in esame un fattore come l’inquinamento e correlarlo alla durata di vita, bisogna definire chi sono i nostri attori e in che contesto operano.

  1. cosa: PM e NO2;
  2. quando: Febbraio – Maggio 2020;
  3. dove: Lombardia;
  4. fenomeno: riduzione concentrazione PM e NO2 nell’aria;
  5. effetto: anni di vita salvati e numero di morti premature evitate;

Esaminiamo con ordine questi punti per inquadrarli al meglio.

1)PM e NO24*, entrambi correlati all’inquinamento prevalentemente per combustione con danni per il nostro organismo. NO2 sta per Diossido di Azoto, PM sta per Particolato fine e nello specifico, la sua componente dannosa per la salute, PM 2,5, il cui numero indica la dimensione, 2,5 µm. [NdR Non mi dilungo in merito ma vi parlo più specificatamente di queste particelle in un altro articolo, di cui vi lascio il link a piè di pagina, semplice, per capire appieno di cosa stiamo parlando].

2) Circoscriviamo l’arco temporale di studio al periodo 22 Febbraio– 3 Maggio, 2 mesi in cui il Lockdown è iniziato e ha portato a un confinamento a domicilio, con conseguente riduzione degli spostamenti.

3) Concentriamo lo studio sui dati dell’aria raccolti dall’ARPA Lombardia (Agenzia Regionale Peer l’Ambiente) nella regione Lombardia, una tra le regioni con il più alto tasso di aria contaminata da inquinanti, nel nostro paese.

4) il blocco ha ridotto in media le concentrazioni giornaliere di PM2,5 e NO2 rispettivamente del 21,8% e del 35,6% rispetto ai livelli medi pre-lockdown.

5) La diminuzione del PM2,5, in rapporto a 100 000 individui, ha risparmiato 24 morti premature e allungato la loro vita di 175,9 anni e allo stesso modo, la riduzione di NO2 ha prevenuto 28,8 morti premature e ha risparmiato 203,7 anni vita per 100.000 individui. Poiché gli effeti di PM2,5 e NO2 sono interdipendenti e quindi non sommativi, non bisogna moltiplicare i loro valori. Troverete questi due parametri nel linguaggio scientifico come YLS (Year Life Saved, anni di vita salvati) e Avoided Deaths (Morti evitate).

Cerchiamo di calare più nella realtà concreta, questi numeri.  A titolo di confronto, in Italia nel 2016 ogni 100.000 individui, ci sono stati 96,6 prematuri morti attribuibili a PM2,5 e 24,1 attribuibili a NO2, o morti premature 23,8 e 5,9, in tre mesi.  

Considerando i dati CoViD, in Lombardia, dal 22 febbraio al 3 maggio 2020, ogni 100.000 persone, 155 persone sono morte dopo essere risultate positive al COVID-19 e 1891 anni di vita sono stati persi direttamente al virus.

Quindi, al netto, nello stesso periodo, le morti da CoViD sono state 155, mentre le morti risparmiate dal conseguente ridotto inquinamento sono state circa 24 (16% delle morti per COVID-19); gli anni di vita persi per CoVid 1891, quelli risparmiati per il minor inquinamento circa 180-200.

Insomma, questo studio, benché un preprint** (bozza di articolo scientifico in attesa di valutazione da rivista accademica), di sicuro fornisce i giusti numeri per domandarci se davvero abbiamo bisogno di scendere da casa e, se sì, se davvero abbiamo bisogno di farlo con la nostra auto, al posto di un più romantico autobus su cui magari leggere un bel libro… a noi la scelta!

* Articolo sulle PM

** Articolo sul sistema di pubblicazione di un articolo scientifico

Fonti Bibliografiche:

[1] COVID-19 Lockdown only partially alleviates health impacts of airpollution in Northern Italy by Francesco Granella, Lara Aleluia Reis, Valentina Bosettia, Massimo Tavoni doi: 10.31219/osf.io/b38h2

[2] http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_283_ulterioriallegati_ulterioreallegato_7_alleg.pdf

[3] http://www.governo.it/it/coronavirus-misure-del-governo

[4]https://www.nationalgeographic.it/ambiente/2020/04/coronavirus-le-misure-di-contenimento-hanno-ridotto-linquinamento-europa

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