Cosa combina l’Azzolina?

Ci eravamo già occupati nei primi giorni di marzo del problema legato agli insegnanti precari di terza fascia con servizio e, se non ricordo male, il nostro giornale aveva avuto anche degli straordinari riscontri. In particolare, ricordo la telefonata di una insegnante che, dopo i sentiti ringraziamenti per l’articolo, mi profetizzò: “Comunque non succederà nulla! Questa Ministra peggiorerà di molto la situazione”. C’ha preso in pieno. Difatti seguendo i vari interventi dell’onorevole Lucia Azzolina, docente lei stessa e dal 10 gennaio 2020 Ministro dell’Istruzione nel Governo Conte II, è emerso che non solo la situazione per gli insegnanti precari peggiorerà, ma ci saranno in aggiunta altri problemi che, in tempo di Covid-19, non sono certo noci da sgusciare.
Nel pomeriggio del 6 maggio u.s. mi stavo trascinando tra scegliere di leggere un libro (avevo in mente Del mangiare carne – Trattato sugli animali di Plutarco) o, spinto dalla curiosità, continuare a seguire l’intero lavoro dei nostri rappresentanti, pochi a dire il vero, presenti in aula: sono rimasto davanti alla tv.

Opzione scellerata! Alle domande poste, la Ministra praticamente scivolava fuori pista, in particolare quando le veniva chiesto in merito ai docenti con 36 mesi di attività, alla palese difficoltà di affrontare con strumenti adeguati le lezioni quando riaprirà la scuola, ma anche alle attuali difficoltà della didattica a distanza con l’ausilio dei sistemi tecnologici, agli Esami di Stato, ecc.
Da sempre per gli insegnanti precari c’è la mannaia, quando va bene, del 30 giugno o il 31 agosto con i contratti che terminano e la Naspi che si fa attendere, abbandonati così all’incertezza del futuro.
Nell’anno scolastico in corso ci sono state ben 200 mila cattedre coperte grazie ai supplenti e nel prossimo le previsioni sono ancora più allarmanti, visti i pensionamenti e la quota 100. Ma la Ministra ha bandito un concorso cosiddetto straordinario che, a suo dire, porterà in classe già da settembre 24 mila nuovi/vecchi professori, di cui 12 mila per il sostegno già ampiamente formati, selezionati con i quiz. Sono esclusi dalla lotteria, quelli con servizio esclusivo sul sostegno pur se attinti dalle graduatorie della materia e coloro i quali hanno prestato servizio nelle paritarie. Si potrebbe continuare con le malefatte della Ministra facendo parlare gli insegnati, certamente più titolati, ma zittiti e bannati dai social.
Tra luglio e agosto, infatti, un esercito di disperati viaggerà a proprie spese e rischi, vista la pandemia, per tutt’Italia, per sostenere la tombola dei quiz la cui sufficienza si attesta sui 7/10. L’esame sarà composto da 80 quesiti da svolgere in altrettanti minuti, suddivisi in 45 sulle competenze disciplinari relative alla classe di concorso, 30 sulle competenze didattico-metodologiche ed i rimanenti 5 sulla lingua inglese.
Studiosi ed emeriti personaggi di varie categorie hanno speso fiumi di parole su questa specifica modalità d’esame, anche con piccante ironia. Ma si insiste e persiste. E allora verrebbe da chiedere non solo alla Ministra in questione: “E se ad ogni nomina politica di governo, i singoli onorevoli dovessero sottoporsi ad un esame con 80 domande in 80 minuti, non sarebbe cosa intelligente e partitaria?” Ci sarebbe da ridere o da piangere.
Ho lasciato, dulcis in fundo, la modalità di frequenza per l’anno scolastico 2020-2021 (metà studenti la mattina, l’altra il pomeriggio?). Una soluzione che lascia basiti perché non tiene conto di una miriade di altri dannosi problemi collegati. E questa trovata la Ministra l’ha ripetuta, poi in parte ritrattandola, in tv diverse volte, ma sempre impassibile alle sensate obiezioni.
Mentalmente mi sono scusato con il filosofo di Cheronea, per averlo scartato in favore della trasmissione televisiva!

Bruno Cimino

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