Corinaldo: scopriamo l’Italia meno nota

Corinaldo è un comune italiano nella provincia di Ancona, è terra vinicola nota per il suo Verdicchio, con una ben tenuta cinta muraria risalente al XIV secolo è da tempo inserito nel club I borghi più belli d’Italia e nel 2007 è stato denominato il Borgo più Bello d’Italia.

Situato nell’entroterra di Senigallia, deriva il suo nome da Curia di Rinaldo, nome longobardo che il primo nucleo abitato doveva avere in epoca altomedievale.

Precedentemente si riteneva che in nome derivasse da Corri in alto una ipotetica esclamazione che i cittadini romani superstiti dell’antica città romana di Suasa avrebbero pronunciato al momento di abbandonare la città romana distrutta che si trovava a fondovalle per salire in una delle vicine colline che erano militarmente più difendibili.

Alla fine del XII secolo si costituisce libero comune e nel corso del Duecento vive alterne vicende nelle lotte tra guelfi e ghibellini. Per la sua posizione strategica diviene presto un ambito avamposto contesto dai comuni limitrofi. Nel 1248 è costretta a sottomettersi alla città di Jesi entrando a far parte dei suoi castelli ed è solo nel 1291 che papa Nicolò VI le riconosce nuovamente l’autonomia comunale.

Nel 160 fu rasa al suolo da Galeotto I Malatesta e nel 1367 fu ricostruita ex novo in seguito all’autorizzazione di papa Urbano V, con l’attuale cinta muraria nella figurano elementi fortificativi.

Ai Malatesta succedono gli Sforza, e agli Sforza i Della Rovere, il cui spodestato duca di Urbino, tenta nel 1517 di annettere Corinaldo e le terre limitrofe al suo diretto dominio. Ma in quell’epoca è scritta una delle pagine storiche più belle ed esaltanti della comunità corinaldese. Dopo ventitré giorni di assedio i corinaldesi costringono il duca alla ritirata e il papa dell’epoca, Leone X, per la fedeltà mostrata, eleva Corinaldo al rango di città. Dignità confermata con breve del 20 giugno 1786 da papa Pio VI.

Ma è nel ‘600 che Corinaldo si ingentilisce nelle forme architettoniche e nel costume, arricchendosi dell’opera e dell’ingegno di pregevoli artisti. Le famiglie nobili erigono nuove ed eleganti dimore, segno di un accresciuto e diffuso benessere. Si sviluppano le arti e i mestieri, si stringono nuovi rapporti economici, politici e culturali. Ma non sono solamente i palazzi gentilizi a contrassegnare l’ordito architettonico della città, e in particolare del centro storico: vedono progressivamente la luce anche monumentali edifici civili e religiosi, ancora oggi visibili e perfettamente conservati, quali fra gli altri la chiesa del Suffragio dalla caratteristica pianta ottagonale, eretta sul vecchio mastio, la chiesa dell’Addolorata, quella di Sant’Anna (patrona di Corinaldo).

Benedetta Giovannetti

foto: www.casaledelconero.it/corinaldo-borgo-piu-bello-ditalia/

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