Il Congresso mondiale delle famiglie che si è tenuto a Verona dal 29 al 31 Marzo scorso ha fatto molto discutere, sollevando parecchie polemiche e l’indignazione del movimento femminista, nonché di buona parte della politica e della società italiane. In tanti hanno accusato gli organizzatori di promuovere una “mentalità da medioevo” e di mettere in pericolo i diritti e le libertà conquistate dalle donne dopo anni di lotte.
Com’è ben noto, uno dei temi caldi su cui si è concentrato maggiormente il dibattito nel corso della manifestazione è stato quello dell’aborto.
Ma qual è il clima che si respira nelle altre nazioni riguardo all’argomento?
È di pochi giorni fa la notizia secondo cui la Corea Del Sud, uno dei pochi Paesi sviluppati che si è sempre fermamente opposto a tale pratica, abbia riconosciuto il divieto d’aborto come incostituzionale, con una sentenza a dir poco storica per una nazione in cui il ruolo e i diritti della donna sono ancora soggetti a diverse limitazioni e dove determinati valori come la famiglia, la gerarchia, le convenzioni sociali e le tradizioni sono ancora molto sentite nella società.
Finora, coloro che hanno praticato l’aborto sono state soggette al pagamento di multe, all’arresto e persino alla carcerazione, salvo quando si è reso necessario dopo uno stupro, un incesto o in casi di gravidanza a rischio. Pare quindi che le cose stiano cambiando rapidamente anche in quella parte d’oriente in cui resiste ancora un fronte ultraconservatore. La legge verrà quindi modificata entro la fine del 2020.
Yami