Giustiziati i negoziatori nordcoreani dopo il summit con gli USA

Il 31 Maggio diversi fonti, confermate anche dall’ANSA, hanno reso noto l’ennesimo orrore perpetrato da Kim Jong Un. Secondo le notizie trapelate nei mesi scorsi e verificate in questi giorni, a marzo il dittatore nordcoreano avrebbe ordinato l’uccisione del capo negoziatore Kim Hyok Chol e di altri tre o quattro funzionari del ministero degli Esteri.
L’accusa che pendeva sulle loro teste era di corruzione e spionaggio in favore degli americani: nel corso dei negoziati che hanno preceduto il secondo vertice con gli Stati Uniti tenutosi ad Hanoi il 27 e il 28 febbraio, Kim Hyok Chol e gli altri si sarebbero fatti corrompere e avrebbero passato agli Stati Uniti informazioni importanti, mettendo così la Corea del Nord in una posizione di svantaggio e causando il fallimento del summit con Donald Trump.
I traditori sarebbero stati giustiziati da un plotone di esecuzione all’aeroporto Mirim alla presenza di alti funzionari del governo di Pyongyang.
Anche l’ex braccio destro del leader, Kim Yong Chol, risulta scomparso da alcune settimane. Infatti non lo si vede più presenziare agli eventi pubblici. Sembra, però, che per lui sia stata prevista una pena meno drastica: l’uomo, infatti, risulta confinato in un campo di rieducazione.
Questa volta, neanche la sorella minore del dittatore, Kim Yo Jong, è stata risparmiata dall’operazione messa in moto per ripulire l’onore offeso del leader e sedare il malcontento che si è sollevato dopo il fallimento dei  negoziati. Alla donna “è stato consigliato di tenere un basso profilo”, un ammonimento ben più pericoloso di quanto possa sembrare.

Yami

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