1976: L’unica Coppa Davis vinta dall’Italia

Si è giocata a novembre la nuova edizione della Coppa Davis, il torneo di tennis dedicato alle Nazionali, vinto dalla Spagna. La formula della competizione, quest’anno completamente stravolta, ha visto 18 squadre divise in 6 gironi e poi quarti, semifinali e finale a eliminazione diretta. La formula di concentrare il torneo in una settimana e la modifica di alcune regole ha fatto strorcere il naso: troppi cambiamenti per un torneo che per un secolo è quasi rimasto immutato. Anche stavolta l’Italia non ha brillato e l’unico titolo vinto dalla nostra Nazionale rimane quello del 1976 in Cile.
Oggi ricorre il 43° anniversario di questo successo. A Santiago del Cile nel weekend del 17-19 dicembre 1976 si svolse la finale di Davis tra Italia e Cile. L’Italia approdà in finale dopo aver vinto il preliminare contro la Gran Bretagna e la semifinale di settembre contro l’Australia. Il Cile, dopo aver superato il preliminare battendo il Sudafrica non aveva disputato la semifinale perchè l’Unione Sovietica si era rifiutata di giocare contro il Cile che era sotto la dittatura Pinochet. Così i sudamericani raggiunsero la finale e la giocarono in casa, su terra rossa. L’Italia partì subito forte: il venerdì Barazzutti e Panatta vinsero rispettivamente 3-1 e 3-0 i loro incontri contro Fillol e Cornejo. Bertolucci e Panatta batterono gli stessi avversari il giorno dopo in doppio per 3-1, rendendo ininfluenti gli incontri della domenica dove Panatta si impose su Fillol mentre Zugarelli perse con Prajoux. L’Italia si aggiudicò quindi la mitica Insalatiera d’argento per 4-1.
Furono molte le polemiche politiche prima della finale: si chiedeva di boicottare la partita per protesta contro il regime Pinochet ma alla fine la Federazione Italiana Tennis decise di partecipare. I nostri giocatori portarono però la protesta in campo: nel doppio, al posto della classica divisa azzurra, Panatta e Bertolucci indossarono una maglietta rossa come provocazione. La vicenda divenne un documentario di Mimmo Calopresti del 2009 “La maglietta rossa”.

Daniele Capello

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