Si è tanto dibattuto circa l’ultimo film di Hitchcock, “Complotto di Famiglia”, girato nel 1976.
Alcuni infatti sostengono che in quanto ultimo film del regista, questo sia anche il suo “testamento”.
È curioso infatti che alla fine del film, l’attrice metta in scena un saluto che esula dalla pellicola, rompe la separazione tra film e spettatore giungendo a noi. Alcuni vedono in questo un saluto del regista, a volersi congedare da noi in grande stile. Fate caso al finale, è un saluto che non ci aspetteremmo, ma non vi riveliamo di che si tratta.
Eppure è noto che dopo “Complotto di famiglia”, il regista stesse lavorando ad un altro progetto. The Short Night era un film di spionaggio che il regista britannico Alfred Hitchcock non ebbe modo di portare a termine per il peggioramento delle sue condizioni di salute.
Alla luce dei fatti, quindi, non possiamo concludere che fosse nelle intenzioni del Maestro deporre il suo testamento artistico in questo suo ultimo lungometraggio.
Questo film, tratto dal romanzo “Rainbird Pattern” di Canning intreccia le vicende di due coppie – l’una di piccoli imbroglioni, l’altra di grandi criminali, che risultano accostate ma, per svariate caratterizzazioni antitetiche. Lungo il film, esse si snodano sino ad incrociarsi, mettendo in scena una serie di curiosi eventi non previsti. E anche il loro epilogo risulterà totalmente imprevedibile, in grande stile Hitchcockiano.
Di notevole bellezza la scena del cimiterio, in cui il cammino dei personaggi sembra tratteggiato come in un gioco. E di pregio anche la scena della macchina, in cui siamo per gran parte all’interno della vettura, sarà impossibile estraniarsene!
Oltre alle due storie parallele, nel film si intersecano più generi, thriller e commedia, che ne escono così rafforzati e ravvivati da una leggera maglia di suspense e umorismo.
Insomma, che sia un testamento o meno, lo lasciamo decidere a voi, perché ogni film di Hitchcock è una opera d’arte in cui rinvenire qualcosa di unico. Questo film ci mostrerà che le cose non sempre sono quali appaiono, i muri non sempre sono barriere e anzi celano mondi e hanno orecchie, un lampadario può essere molto più che un ornamento sul nostro capo.
Marino Ceci
Foto di copertina: Complotto di Famiglia, Alfred Hitchcock