Il Parlamento italiano e le commemorazioni imbarazzanti

Il Regno d’Italia e la Repubblica italiana, nei poco più di 150 anni della sua vita, ha commemorato molti statisti. Alcuni anche…imbarazzanti. D’altronde, “Ha fatto anche cose buone” è un classico, dalle nostre parti.

Commemorare grandi statisti, politici che hanno vissuto e combattuto per la democrazia, per i diritti del prossimo, per la giustizia e l’uguaglianza è una gran bella cosa. Ma come si è comportato il nostro Parlamento con i dittatori? Con coloro che sono stati una minaccia per la libertà del mondo?

Non benissimo. Anzi, davvero in maniera vergognosa, almeno stando a Lanfranco Palazzolo, corrispondente di Radio Radicale in parlamento e curatore dell’edizione, per Nuova Palomar, de “ L’incongrua memoria. Commemorazione di Dittatori in Parlamento”. Una collezione di frammenti istituzionali imbarazzanti e problematici, come quelli delle commemorazioni ricche di lodi di personaggi storici come Stalin, Breznev, Tito o Mao.

Si tratta di pezzi di storia del nostro Paese che hanno creato anche gravi problemi e discussioni in parlamento, mostrando non solo come le nostre istituzioni e la nostra storia nazionale è sempre stata problematica, prima della sua fondazione e piena di problemi.

Qualche esempio? É presto detto: la commemorazione di Giuseppe Mazzini avvenuta decenni dopo quanto dovuto, nonostante sia stato uno dei personaggi che hanno “fatto l’Italia”; l’assedio a Camera e Senato di Farinacci, segretario del Partito Nazionale Fascista, per impedire la commemorazione di Matteotti (che aveva avuto già l’onore di esse commemorato da Benito Mussolini, oltre che fatto uccidere da); la rapida commorazione di Gandhi e tanti altri esempi simili.

Una storia di parte, di tutte le parti, che ci racconta come l’Italia abbia sempre avuto un problema con la verità. E con il proprio passato.

Domenico Attianese

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