Decisiva la forte resistenza dei governi nazionali.
Il testo della direttiva “Case Green” è uscito completamente ridimensionato dall’ultimo negoziato tra Parlamento Commissione e Consiglio europeo. La seduta fiume in notturna non ha quindi prodotto un accordo tra le parti coinvolte. Vale a dire il cosiddetto “trilogo”, in occasione del quale era scesa in campo anche Confedilizia con un pressing sul governo italiano. Vediamo quindi cosa è mutato, stando a quanto riferisce Isabella Tovaglieri, componente della commissione Industria e Energia del Parlamento europeo e relatrice della direttiva case green per il gruppo Identità e Democrazia.
Decisiva sembra essere stata la forte resistenza messa in campo dai governi nazionali e quindi anche dell’Italia. Quindi nessun accordo, per ora, è stato raggiunto in termini di sanzioni in caso di mancato adeguamento da parte dei proprietari di immobili. Del pari, nessuna linea condivisa nemmeno quanto all’obbligo di installare pannelli fotovoltaici che restano al palo. Eliminati invece gli obblighi di raggiungere una determinata categoria energetica per tutti gli edifici in tempi brevissimi. Vengono quindi lasciati tempi e spazi di manovra ai singoli governi sulle modalità con cui raggiungere eventuali target. Eliminata anche la norma che voleva incentivare le banche a finanziare i mutui per le case green, escludendo gli immobili con categoria energetica bassa. Ora per il prossimo step si deve quindi attendere il mese di Dicembre 2023.
Di Maria Teresa Biscarini