Come dipingevano i pittori dell’Antico Egitto

Rimaniamo sempre tutti molto affascinati dalle spettacolari decorazioni che troviamo nei monumenti degli Antichi Egizi, siano essi piramidi, templi o mastabe, ma come facevano a realizzare dipinti così perfetti e ricchi di particolari?

Beh da attenti studi effettuati pare che neanche per loro fosse sempre il “buona la prima” e questo lo abbiamo scoperto grazie ad un’analisi svolta ai raggi X sugli antichi capolavori della necropoli tebana.

I ricercatori concentrandosi su due dipinti di circa 3000 anni fa hanno scoperto che in corso d’opera ad alcuni dipinti sono stati fatti piccoli ritocchi non visibili ad occhio nudo. 

Addirittura gli stessi pigmenti usati per il ritocco non sono gli stessi di quelli usati per la prima volta. 

Ma che tecniche sono state usate per fare le analisi su questi dipinti?

Orbene la tecnica usata per scoprire questi particolari è la tecnica detta fluorescenza a raggi X che portando gli strumenti direttamente sul posto ha permesso ai ricercatori di eseguire le analisi direttamente nel contesto originale senza rimuovere pezzi di affresco e ha permesso di analizzare la composizione delle pitture e la stratificazione delle pitture in modo da poter scoprire così anche le modifiche apportate ai dipinti. 

La tecnica di pittura usata era quella della campitura con il colore che veniva steso in maniera uniforme dentro una forma delimitata da un contorno e i pigmenti erano ricavati da terre colorate con aggiunta di una sostanza collosa data da acqua, lattice di gomma e albume di uovo. 

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