Sono numerose le specie di uccelli che negli ultimi decenni sono calati numericamente in Italia. Di contro, altre specie hanno avuto un incremento numerico, talvolta notevole per diversi fattori. Una di queste è il Colombaccio (Columba palumbus), parente stretto del comune Piccione torraiolo (Columba livia domestica) che ben conosciamo nelle nostre città.
Il Colombaccio però è differente, non solo per aspetto ma anche per ecologia: è infatti, una tipica specie forestale che, però, negli ultimi anni, in Italia, ha cominciato ad urbanizzarsi, diffondendosi, come succede in quasi tutta Europa, soprattutto in parchi e giardini urbani.
Il Colombaccio è più grande del piccione, dall’aspetto più robusto e panciuto e con una livrea più uniforme: i piccioni torraioli infatti, derivando da varie forme addomesticate, hanno livree molto differenti da un individuo all’altro. Il Colombaccio inoltre possiede, da adulto, due macchie bianche ai lati del collo e una evidente fascia bianca sull’ala, carattere che si presenta solo in pochissimi individui di piccione, magari ibridi. Maschi e femmine sono indistinguibili, mentre i giovani hanno un piumaggio meno brillante e non hanno macchie sul collo.
È distribuito in tutta Europa, Asia e Nordafrica; le popolazioni più a sud sono sostanzialmente stanziali, mentre quelle settentrionali migrano verso le zone più calde nell’area mediterranea. La migrazione del Colombaccio può essere molto spettacolare, in quanto spesso formano stormi di decine ma anche centinaia di individui in “palle” che si vedono anche a distanze notevoli. Questo ha portato la specie ad essere tra le più facili da cacciare, anche se, fortunatamente, è considerata ancora a basso rischio (LC) nella Lista Rossa dello IUCN.
Daniele Capello