Claudio Achia pittore tra lockdown e resilienza

oggi vincitore del Premio Il Sorbo in Arte

A lockdown concluso, i frutti di una resilienza: incontriamolo a Campagnano 

By laura tenuta

Claudio Achia classe ’62 pittore decoratore, sin da bambino ama la musica e si dedica al disegno.

Sposa il pennello a trent’anni, prende lezioni da Cecco Cecchini a Formello, grafico per le locandine dei film prodotti da Cecchi Gori; gli dà dietro di una cassetta della frutta soggetto caravaggesco il volto dell’opera Flagellazione di Cristo.

Caravaggio influenzerà tutta la sua pittura, lo rincorre agli Uffizi dove le sale sono in restauro e finalmente lo vedrà alle scuderie del Quirinale.

Achia inizia ad effigiare tardi, ma segue il Caravaggio nei colori e soggetti, luce e atmosfera.

La luce del Merisi naturale ed esterna al quadro, personaggi istrionici e reali presi dagli ambienti che frequentava, luce che ispirerà gli impressionisti e dominerà nelle opere di Achia.

Primo lavoro non copiato Amore e  Psiche, caravaggismo evidente.

Sensibile alle problematiche al femminile inerenti e connessi ad ogni forma di violenza, 20 i volti di donna.

Prima mostra collettiva Omaggio alla Donna l’opera è Il Gioiello (rivisitazione della ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer). 

Arriva così L’Amante volto misterioso, intrigante, ammaliante. Staccandoci  dall’autore e dall’opera in front of, questo uomo imperscrutabile  potrebbe essere l’uomo che viene da lontano e bussa alla porta della donna sedotta e abbandonata la Rosaspina del cantautore romano Francesco Forni.

Claudio frequenta lo studio di Elsa Fazioli artista che gravita nell’orbita di Campagnano, è lei e alla quale attinge per consigli su come proseguire.

Il lockdown durato 76 giorni dal punto di vista psicologico  ha viaggiato su due binari: burnout o resilienza, scoperta inaspettata la matita e la penna grazie alle sfide lanciate su fb.

Si torna alla normalità e partecipa a diverse collettive a Nepi, Monterosi, Tuscania, Fermo diviene socio dell’Associazione Culturale MACC di Campagnano.

Torna al sociale, dona al policlinico Umberto I di Roma reparto oncologico “La Rinascita” con cui vince il premio del concorso Sorbo in arte.

Appuntamento al prossimo febbraio, mostra personale a Castelnuovo di Porto.

“La pittura meditare, uno spazio senza fine, viaggio interminabile, incontri te stesso, sensazioni ed emozioni attraverso segni volumi e colori, comunicando bellezza e forza espressiva.

Chi mostra le proprie opere trasmette il profumo dell’anima.

Solo chi sa vedere questa virtù, raccoglie quel dono”

Ma Claudio non si esaurisce qui, eclettico a in sé anche la musa della musica.

Armonica a bocca e organetto a quattro anni, clarinetto nella banda di Campagnano, ama attaccamento è per il sax. 

 1995 per il Columbus Day, suona nella Grande Mela con il Gruppo Frustico di Faleria.

 Sensazione di benessere intellettivo ed emotivo, con il sax si estranea  dalla quotidianità quasi ad immergersi in uno stato metafisico,  verso l’acme del piacere.

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