Chiuso il laboratorio che torturava 200 animali

In gabbia, maltrattati, sporchi e terrorizzati. Ecco come vivevano scimmie, cani e gatti costretti a subire gli infiniti test all’interno del Laboratory of Pharmacology and Toxicology (LPT). Ebbene sì, il verbo è volutamente al passato perchè finalmente si può parlare di passato. Dopo la diffusione delle foto che mostravano come venivano trattati gli animali, grazie all’intervento delle associazioni Cruelty Free International e Soko Tierschutz nell’ottobre 2019, il mondo è venuto a conoscenza delle reali condizioni di vita dei cosiddetti “tester”, sottoposti a torture di ogni genere. Attraverso la pubblicazione delle foto, è stata avviata un’indagine mediante la quale si è giunti alla revoca della licenza del laboratorio.

“Siamo lieti che le autorità abbiano preso provvedimenti ritenendo responsabile la LPT; – ha dichiarato Kerry Postlewhite della Cruelty Free International – livelli di crudeltà verso gli animali e violazioni della legge emersi dalla nostra indagine sono totalmente inaccettabili. Le scoperte fatte hanno sollevato il coperchio di un segreto che continua a “giustificare” l’uso di animali in questi test obsoleti, ma allo stesso tempo sottolinea la necessità di una revisione degli stessi in tutta Europa. Crudeltà di questo genere non possono avere luogo in nessun laboratorio”.

Il laboratorio sta liberando tutti gli animali, i quali saranno trasportati presso centro per il recupero e il benessere animale. 200 era il numero complessivo degli animali reclusi; purtroppo non c’è ancora giustizia per i macachi, dal momento che sono stati venduti ad un laboratorio olandese prima che la revoca fosse ufficiale. La nota positiva è che finalmente l’attività barbara e criminale del laboratorio è terminata. “SOKO Animal Protection accoglie con favore l’azione contro il laboratorio di sperimentazione animale LPT; – ha fatto sapere Friedrich Mülln di SOKO Tierschutz – ora è il turno di Amburgo e Kiel. Dopo la scoperta della crudeltà verso gli animali, la manipolazione degli studi e le più grandi proteste nella storia tedesca della protezione degli animali, lo stato della Bassa Sassonia cambia rotta. La sperimentazione sugli animali è insensata, costosa, pericolosa e crudele. La Germania ha bisogno di una tabella di marcia chiara per un’uscita a breve termine dalla sperimentazione sugli animali”.

Giulia Baldini

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