Nelle acque italiane sono presenti regolarmente numerose specie di Cetacei appartenenti ai Sottordini dei Misticeti e degli Odontoceti: i primi comprendono le Balenottere e le Megattere (oltre alle Balene che non frequentano le nostre acque) mentre gli Odontoceti comprendono Delfini e Capodogli.
Molte specie di questi giganti dei mari sono vittime della caccia ma ultimamente è salito alla ribalta un’ulteriore minaccia, quella delle reti abbandonate in mare. Queste reti da pesca, generalmente illegali, possono avvilupparsi intorno alla coda dell’animale, creando lesioni importanti; possono inoltre limitare i movimenti caudali, fondamentali per l’immersione. Le principali responsabili sono le spadare, usate ancora oggi nel Mediterraneo per la pesca del Pesce spada, anche se considerate da anni fuorilegge. Hanno fatto il giro del web le immagini scattate qualche giorno fa dei sub intenti a liberare un Capodoglio (Physeter macrocephalus) da una spadara alle isole Eolie, intervento riuscito parzialmente: questa storia è approdata anche sulla BBC e altri media internazionali.
Qualche settimana fa invece avevano commosso le immagini di “Codamozza“, la Balenottera comune (Balaenoptera physalus) avvistata prima in Calabria e poi in Liguria: terribilmente magra e senza pinna caudale, a dieta da mesi perchè l’assenza totale della coda le impediva di procacciarsi il krill di cui si nutre nelle profondità marine. Anche in questo caso è stato ipotizzata la responsabilità delle spadare o in alternativa una collisione con le eliche di un natante. In ogni caso appare indispensabile una migliore regolamentazione e un maggiore controllo di queste situazioni che mettono a rischio non solo le Balenottere ma anche gli altri cetacei che vivono nel Meditrraneo.
Nel frattempo è stato anche documentato il primo attacco mai registrato di Squalo bianco a una giovane Megattera (Megaptera novaeangliae) in Sud Africa, anche questa in grave difficoltà a causa di una rete da pesca.
Daniele Capello