Catherine Deneuve, attrice parigina di 79 anni, ha segnato le scene di tanta cinematografia, internazionale oltre che francese, lavorando al fianco di grandi maestri del cinema come Louis Bunuel, Claude Chabrol, Roman Polanski, Agnes Varda e gli italiani Monicelli, Ferreri, Bolognini, da valerle una candidatura all’Oscar come miglior attrice protagonista, privilegio raro per un’artista non americana.
E’per questo che le sarà riconosciuto il Leone d’oro alla carriera della 79/a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, che si terrà dal 31 agosto al 10 settembre.
E proprio qui a Venezia, nel 1967, era stata la protagonista di BELLA DI GIORNO di Louis Bunuel, suo film icona in cui rappresentava una contraddizione tra due vite, la glaciale moglie borghese, in tailleur, desiderosa di trasgressioni notturne, destando scandalo e censure.
“È una gioia ricevere questo premio prestigioso alla Mostra di Venezia, che amo e conosco da molto tempo, da quando BELLA DI GIORNO di Luis Buñuel ha ricevuto a suo tempo il Leone d’oro – ha sottolineato Catherine Deneuve -. È un onore inoltre essere stata scelta per questo omaggio dalla Mostra, perché mi ha accompagnato molto spesso per tanti film. Grazie. Con amicizia”.
Il direttore della Mostra, Alberto Barbera: “Un numero impressionante di film, la maggior parte dei quali grandi successi internazionali. Una quantità altrettanto ragguardevole di premi ottenuti nei maggiori festival del mondo, cui si deve aggiungere una una bellezza raffinata e fuori del comune.” Una diva senza tempo, una vera e propria icona del grande schermo, tra le più rappresentative della Nouvelle Vague, impersonando l’essenza della diva universalmente riconosciuta.
L’attrice stessa controbatte: “Non sono una diva, faccio la spesa, vado al cinema e nei musei. In Europa non c’è la diva, questa è una creazione degli Studios americani. In Francia chi si sa proteggere un po’, come faccio io, può vivere normalmente. Ho cominciato giovanissima a fare cinema e ho capito subito come vivere in modo privato, fuori dal palcoscenico”.
Indimenticabile in “8 femmes”, di Ozon, nel suo bacio lesbo, poi ripreso recentemente dal cinema italiano nel remake del film, da Margherita Buy.