Carceri: fuga da film in Italia. Ragioni e soluzioni sul tavolo

Sette giovani detenuti sono evasi il giorno di Natale. 

Il leader della Lega Matteo Salvini si è detto “sconcertato” per questa fuga. Anche per il sottosegretario alla giustizia Andrea Ostellari, senatore leghista, l’ evasione “è sconcertante”.

Si tratta di cinque italiani, tutti tra i 17 e i 19 anni, un ecuadoriano e un marocchino, in carcere non per reati di sangue ma per furti e rapine. 

Hanno rotto una parte del cantiere in legno, di per sé alterata, per poi salire sulle impalcature e calarsi quindi da un muro più basso rispetto a quello che circonda l’Istituto Beccaria di Milano. Uno, invece, come in un film, per calarsi avrebbe utilizzato un lenzuolo.

Questa sembra la prima ricostruzione dell’evasione dei e dei quali tre sono già tornati nella struttura o perché presi o perché costituiti. Quando hanno deciso di fuggire, sembra non in modo preordinato, si trovavano nel campo di calcio.

Nelle ore successive alla fuga dei sette ragazzi, in alcune celle dello stesso penitenziario, altri ragazzi reclusi hanno appiccato fuoco ai materassi. Quattro agenti di Polizia penitenziaria sono stati portati in ospedale dopo essere rimasti intossicati ieri sera dal fumo causato dalle fiamme appiccate nelle celle. 

Il ministro delle Infrastrutture e vicepremier Matteo Salvini ha annunciato la sua presenza al Beccaria: “Ci sarò oggi per incontrare il direttore, per capire come mettere in maggiore sicurezza non solo il carcere minorile di Milano ma anche tutte le carceri italiane perché troppo spesso ci sono episodi violenti”: 

Don Gino Rigoldi, l’ex cappellano dell’istituto si augura che questa vicenda “dia uno scossone” al Ministero per un carcere in cui “manca un direttore da 20 anni e ci sono lavori da 16”. I ragazzi sono infatti scappati approfittando delle strutture di alcuni lavori in corso.

“Non c’è proprio più spazio per chiacchiere o affermazioni generiche di ‘sconcerto’. Il Beccaria era un carcere modello. Lo era nel passato, in un passato ormai remoto. Da quasi vent’anni non c’è un Direttore, e ce la si è cavata con dei ‘facente funzione’. Da una quindicina d’anni ci sono lavori in corso, che non finiscono mai”: Il sindaco di Milano Giuseppe Sala lo ha scritto su Fb dopo l’evasione, ricordando di aver fatto insieme a don Gino Rigoldi “continui richiami ai Governi che si sono succeduti per mettere mano a questo problema ormai fin troppo evidente”.

Il segretario della Uilpa Gennarino De Fazio ricorda che “Negli istituti minorili, per ragioni connesse anche al sovraffollamento penitenziario nelle carceri, l’età dei detenuti può arrivare fino 25 anni”. “Molte delle problematiche che investono le carceri – sottolinea il sindacalista – si ritrovano anche negli istituti penali per minorenni. In particolare, sono in vorticoso aumento i casi d’aggressione agli operatori, di sommosse e, come in questo caso, di evasione. Ciò è evidentemente imputabile a una serie di fattori”, tra cui appunto “l’innalzamento del limite d’età. Da tempo ripetiamo che il sistema d’esecuzione penale va ripensato e che vanno riorganizzati e potenziati il Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità e il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria”.

“Auspichiamo – conclude De Fazio – di poterci presto confrontare con il Ministro della Giustizia e i Sottosegretari delegati per la ricerca di un percorso riformatore e soluzioni concrete che vadano al di là dei meri proclami. Urgono stanziamenti straordinari in termini di risorse umane e materiali ma anche la modifica del modello detentivo attualmente fallimentare perché votato a una sorta di autogestione da parte dei detenuti lasciati tutto il giorno ad oziare all’interno delle sezioni detentive”, sostiene Giuseppe Moretti, segretario dell’Uspp, altra sigla sindacale della polizia penitenziaria.

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