Due caravelle portoghesi nel mare di Lampedusa

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Nel mese scorso è stata segnalata al largo dell’isola di Lampedusa la presenza di Caravella portoghese (Physalia physalis), una specie di Cnidario, simile a una medusa, molto affascinante ma anche altamente pericolosa. Le due osservazioni sono distanziate di una ventina di giorni l’una dall’altra e sono avvenute durante le attività di monitoraggio svolto dal personale dell’Area Marina Protetta Isole Pelagie. La specie vive nelle acque oceaniche, sia atlantiche che pacifiche che indiane. Risulta poco comune ma in aumento nel Mediterraneo occidentale e rara nelle acque italiane ma già segnalata in passato in Sicilia.
Questo Celenterato è apparentemente simile ad una medusa ma sostanzialmente differente: è infatti un sifonoforo, formato da colonie di tipologie diverse di polipi specializzati che si aggregano a tal punto da essere interdipendenti per la sopravvivenza. La parte galleggiante della Caravella portoghese è chiamato pneumatoforo, una sacca galleggiante piena di gas lunga fino a 30 cm che viene chiamata anche vela e dà il nome alla specie per la sua somiglianza a una piccola barca. Sotto il pelo dell’acqua però si trovano i tentacoli che negli individui più grandi arrivano anche a 50 m. di lunghezza: questi sono pericolosamente urticanti e in grado, in rari casi, di uccidere un uomo. I tentacoli servono per catturare le prede ma alcuni pesci sono immuni al loro veleno e si nascondono al loro interno mentre solo alcuni molluschi e le tartarughe marine sono in grado di predarli.
Si muovono perlopiù seguendo venti e correnti ma sono in grado anche di viaggiare controvento e di sprofondare sott’acqua sgonfiando lo pneumatoforo.

Daniele Capello

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