Proseguendo il nostro viaggio nella gastronomia piemontese non può mancare il brasato al barolo, uno stufato cotto a lungo nell’omonimo vino e per la cui realizzazione sarebbe preferibile usare carne di bovini della tradizione piemontese come la fassona, il cui taglio più adatto è il cappello del prete o l’arrosto della vena.
In alternativa al barolo è possibile usare altri vini rossi corposi ma in quel caso si chiamerà brasato al vino rosso più che al barolo.
La carne va cotta per diverse ore per farla insaporire negli aromi presenti nel vino e per farla ammorbidire.
A volte come si fa per la selvaggina la carne si lascia marinare a temperatura ambiente mezza giornata nel vino prima di cuocerla per farla ammorbidire ancora di più.
Se volete provare a farla a casa qui di seguito ingredienti:
1 kg di manzo cappello del prete
2 carote medie 160 grammi circa
1 cipolla dorata 180 grammi circa
Rosmarino 1 rametto
3 chiodi di garofano
Cannella in stecche
Olio extravergine d’oliva 50 grammi
750 ml di barolo
2 coste medie di sedano
1 spicchio di aglio
2 foglie di alloro
4 grani di pepe nero
Burro 15 grammi
Sale q.b.