La confessione del cardinale Pell: Potevo finire come Roberto Calvi

Prima processato e condannato in Australia per pedofilia, poi prosciolto con formula piena (a causa di accuse indimostrabili, in quanto avvenute decenni fa), il Cardinale George Pell è poi tornato in Vaticano, ma ha deciso di raccontarsi in un’intervista a Settestorie e di raccontare del suo lavoro finanziario che era stato chiamato a fare in Vaticano.

Il Cardinale suggerisce che il caso montato contro di lui sarebbe stato orchestrato da poteri nascosti e che c’entrerebbe anche il Vaticano, per quanto ha dichiarato che il Papa sia dalla sua parte e lo sia sempre stato.

Quello che gli è successo, continua il Cardinale Pell, non sarebbe dissimile a quello che è successo a Calvi e Sindona:

“Tutti i personaggi di maggiore peso che hanno lavorato insieme alla riforma finanziaria, ognuno di noi – credo con pochissime eccezioni – è stato attaccato dai media sul piano della reputazione in un modo o un altro […] D’altronde ci ricordiamo tutti cosa è accaduto a Calvi che si è suicidato sotto il ponte di Londra con le mani dietro la schiena, strano modo di impiccarsi. E ricordiamo quello che è successo all’altro, Sindona, avvelenato in carcere… Tempi antichi … Oggi spesso si usa la distruzione della reputazione”.

Parole dure, visto che si confronta a due personaggi che erano tra i cardini del rapporto tra finanza, Vaticano e organizzazioni molto pericolose. Si tratta di verità o di esagerazioni di un uomo sospettato di pedofilia che tenta di riabilitare la propria immagine?

Forse nemmeno il tempo, anche in questo caso, ce lo dirà.

Domenico Attinaese

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