Bob Beamon, un salto nella leggenda

Uno dei record mondiali dell’Atletica più longevi è stato quello di Bob Beamon nel salto in lungo, stabilito esattamente 52 anni fa. Era infatti il 18 ottobre 1968 il giorno in cui si disputava la finale del lungo alle Olimpiadi di Città del Messico. Bob Beamon, statunitense, grazie anche all’alta quota in cui è posto lo stadio della capitale, che aiuta le prestazioni sportive, saltò sulla pedana dello Stadio Olimpico Universitario tra raffiche di vento improvvise e fece l’impresa. Il suo 8.90 m. fu qualcosa di assolutamente incredibile e inatteso tanto che l’apparato ottico utilizzato all’epoca neanche era tarato per misurare una distanza simile: i giudici di gara furono quindi costretti alla misurazione manuale col decametro a nastro. Il tempo della misurazione fu interminabile: tutti intuirono la grande impresa tranne lo stesso Beamon che non capiva perché ci volesse tanto per conoscere la misura. Quando sul tabellone luminoso apparve finalmente la misura ci fu un’ovazione del pubblico allo stadio e un ballo sfrenato dello stesso Beamon, mentre si scatenò anche un temporale, quasi a benedire l’impresa epica dell’atleta statunitense. Fino a quel momento i vari record del salto in lungo avevano visto piccoli miglioramenti, al massimo di 15 cm. Il record di Beamon invece fu 55 cm. più lungo del precedente: un miglioramento incredibile. Per il saltatore statunitense quel salto valse anche l’unico oro olimpico in carriera. La misura invece fu un muro invalicabile per ben 23 anni quando un altro statunitense, Mike Powell, il 30 agosto 1991 nella finale dei campionati mondiali di Tokyo fece 8.95 m., ancora attualmente record mondiale.
Nello stesso giorno del record di Beamon fu realizzato un altro primato mondiale nell’atletica: ancora uno statunitense, Lee Evans, nei 400 m. piani segna il tempo di 43″86, primato durato a sua volta 20 anni.

Daniele Capello

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