Bettisia e Lucrezia, le prime donne laureate della storia

Bettisia Gozzadini fu la prima in assoluto anche ad insegnare in una Università

Molte fonti indicano che la prima donna laureata in Italia e, forse anche nel mondo, sia la filofosa Elena Lucrezia Cornaro Piscopia, che ultimò gli studi universitari a Padova nel 1678. E’ certo che la prima donna ad ottenere ufficialmente una cattedra in un ateneo fu Laura Bassi, che sui laureò a Bologna nel maggio del 1732 e inizò ad insegnare nella stessa Università nell’ottobre dello stesso anno. 

Però, un approfondimento che ci giunge dalla penna del compianto Umberto Eco, ci rivela che già nel tredicesimo secolo, in Italia, vi fu una laureata che divenne anche insegnante in una Università: parliamo di Bettisia Gozzadini, nata a Bologna nel 1209 all’interno di una famiglia di grande cultura, che ebbe il merito (allora tutt’altro che scontato) di agevolare la voglia di studiare della ragazza, andando certamente controcorrente rispetto alle abitudini e alle convizioni di allora, che vedevano la donna essenzialmente nel ruolo di moglie e madre. La sua era una famiglia di commercianti e banchieri e lei, in questo contesto, sin da bambina si distinse per l’attitudine allo studio e per una spiccata curiosità verso gli eventi che governavano il mondo. 

La Gozzadini si laureò presso l’Università di Bologna il 3 giugno 1238: parliamo dell’ateneo più antico del mondo occidentale. L’allora vescovo della città felsinea, Enrico della Fratta, la propose al senato accademico come insegnante di Diritto, andando pure lui controcorrente rispetto ai dettami più rigidi della religione cattolica. La leggenda narra che Bettisia Gozzadini, quando andava a lezione come allieva, doveva vestirsi da uomo, per evitare che l’attenzione eccessiva per una donna all’Università da parte di alunni e docenti creasse scompiglio durante gli studi. Altra leggenda narra che, quando poi iniziò ad insegnare, si riparasse dietro un velo o ad un paravento, per evitare di indurre imbarazzo agli allievi, considerando che allora era poco proponibile che una donna “desse lezioni” agli uomini. 

Altre “voci”, ci raccontano che le sue lezioni attiravano talmente tante persone, che in alcuni casi fu necessario tenerle in pubblica piazza, perchè le aule non erano grandi abbastanza. 

Ma questa docente si distinse anche come redattrice di trattati di legge; inoltre, a partire dal 1250, collaborò con il giurista Accorso da Bagnolo (Accursio) nella stesura della “Magna glossa”, ovvero la raccolta di circa 100 mila glosse del materiale normativo e giurisprudenziale dell’imperatore bizantino Giustiniano I. Le glosse erano le interpretazioni di parole oscure attraverso termini comprensibili nel linguaggio corrente. 

Bettisia Gozzadini morì nel 1261.   

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