Benessere animali, qualcosa si muove

Grazie alle pressioni del CIWF nel 2004 è entrato in vigore il regolamento europeo che obbliga a etichettare le uova secondo un metodo di allevamento prestabilito. Da quella data quasi il 40% delle galline italiane è passato ad allevamenti più rispettosi del loro benessere. E questo è riportato, in dettaglio, sia sull’etichetta delle confezioni sia tramite il codice numerico stampato sulle uova, cioè: è possibile rilevare come ha vissuto la gallina che le ha prodotte in sistemi biologici (codice 0), all’aperto (codice 1), a terra (codice 2), in gabbia (codice 3).
A proposito del codice 2 il CIWF ha lanciato un allarme: <<… a volte può succedere che con codice 2 (allevamento a terra, in capannoni chiusi), vengano etichettate anche uova prodotte da galline tenute in sistemi “quasi a terra”: si tratta dei cosiddetti “sistemi combinati”, che possono essere convertiti in gabbie, semplicemente chiudendo lo sportello frontale di quella che resta ancora una gabbia potenziale>>.

Alcune aziende, tuttavia, si sono già impegnate ad escludere dai propri scaffali e dalla propria fornitura uova provenienti da galline allevate in gabbie combinate. Di tutto ciò, assicura il CIWF, si dà ampia informazione con la pubblicazione annuale dei dati in un apposito rapporto chiamato “Report Eggtrack”.
I “Sistemi di allevamento all’aperto e biologici” e i “Sistemi di allevamento a terra”,  alternativi alle gabbie, rappresentano delle valide alternative.
In entrambi questi sistemi le galline hanno accesso all’esterno con minimo 4m2 di spazio per gallina, almeno durante il giorno.
Nei sistemi biologici la densità di allevamento è limitata a 6 galline/m2 all’interno del capannone e il numero massimo di animali allevabili è 3.000; di solito alle galline non viene “tagliato” il becco e viene concesso loro più spazio all’esterno (10 m2 /animale) per conformità ai limiti di immissione di nitrati sul terreno.

Inoltre, sia per i sistemi di allevamento all’aperto e biologici, sia per gli allevamenti a terra, è garantita una maggiore opportunità di appollaiarsi, fare bagni di polvere, muoversi e andare alla scoperta dell’ambiente circostante becchettando, grattando e andando alla ricerca di cibo, di “pascolare” all’esterno, sull’erba, mangiando insetti e vermi, e traendo giovamento dall’aria fresca e dalla luce naturale.
Spesso, oltre a vermi, insetti ed erba che danno varietà alla dieta e possono migliorare la qualità nutrizionale delle uova, vengono anche forniti di nidi (con superficie “grattabile”), di posatoi e lettiera sul suolo, di siepi e alberi che formano aree naturali di ombra e riparo da vento, pioggia, sole, nonché da protezione di eventuali predatori.
In particolare, nei sistemi di allevamento a terra le galline sono allevate all’interno di edifici a piano unico o a piani multipli (con accesso ad una serie di piattaforme situate ad altezze differenti).
Sebbene la densità di allevamento è limitata nell’Unione Europea (circa 9 galline per m2 di spazio utilizzabile), le galline devono disporre di molti “spazi in comune” in tutto l’edificio e muoversi liberamente.
A inizio 2020, insieme ad altre organizzazioni il CIWF ha scritto al Ministro della Salute Roberto Speranza per convincerlo a sostenere l’abolizione delle gabbie negli allevamenti intensivi di tutta Europa.

Bruno Cimino

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