Quando la bachata era un ballo proibito

Storia del ballo più sensuale della Repubblica Domenicana

La bachata è, senza dubbio, il ballo più sensuale della Repubblica Domenicana, caratterizzato da un ritmo quaternario semplice e da un particolare movimento del bacino, con il tipico “colpo d’anca” sul quarto e l’ottavo tempo; un ballo originariamente privo di figure (prima dell’approdo in Europa), che si ballava in “coppia chiusa” ad una distanza molto ravvicinata.

L’evidente erotismo insito nella bachata fece sì che negli anni ’20 del Novecento venisse ritenuta addirittura un ballo proibito, eccessivamente sconveniente per il pubblico decoro; del resto, restare abbracciati dondolandosi ed effettuando un provocatorio movimento d’anca, non poteva non essere visto come un gesto “osceno” in quegli anni.

È, probabilmente, per questo motivo che il genere rimase confinato per oltre quarant’anni tra le classi sociali più basse della Repubblica Domenicana: ballato nei locali malfamati, nei quartieri degradati o nelle campagne.

I testi, oggi prevalentemente a tema amoroso, esprimevano, invece, situazioni difficili o vicende tragico-melanconiche dominate da dolore e infelicità (canciones de amaregue).

Etimologicamente le Bachatas erano, però, anche le feste di quartiere, animate da vivaci balli di gruppo e da musiche popolari, dove l’unico intento era “bachatear”, fare festa!

Il rilancio e la rivoluzione del genere musicale si ebbe soltanto nel 1982, con Luis Segura, e la meravigliosa canzone “Pena por ti”, mentre radio Guarachita contribuì a renderlo sempre più popolare.

Un genere rimasto complessivamente “puro”, dolce e melodico, l’unico nei Caraibi a non aver subito l’influenza del ritmo africano, e ancora cullato da soavi arpeggi di chitarra.

Oggi la bachata ha finalmente raggiunto un successo mondiale, diventando il simbolo dell’amore, dell’intesa e del desiderio, con testi e canzoni sempre più elaborate e figure sempre più complesse secondo il modello della scuola europea.

Ambra Belloni

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