I contagi in Italia sono in salita da settimane, la curva del contagio è chiara e si spera che le misure prese dal Governo (In colpevole ritardo, questa volta, ma in anticipo rispetto a quello fatto da altre nazioni a noi vicine) possano servire a rallentare la crescita pandemica e permettere agli ospedali, ormai in crisi, di funzionare come dovrebbero.
Nonostante questo, oltre ai DPCM, c’è la responsabilità personale, per troppo tempo criticata e additata di essere una scusa del potere contro un problema più grande di noi. Che sia un problema più grande di noi è vero, che il singolo non possa fare la differenza, in questo caso, è, invece, falso.
Come ha detto Claudio Santini, il primario della UOC di Medicina Interna al Vannini:
“La sensibilizzazione e la responsabilizzazione dei singoli devono guidarci nel discernere le attività necessarie da quelle superflue. Andare a scuola o al lavoro è un’attività necessaria, mentre frequentare il bar o partecipare a una partita di calcetto rientrano tra quelle che possono essere evitate. In questo modo possiamo contrastare l’epidemia.”
Parole dure verso specifiche categorie, messe in seria difficoltà da questa crisi che, d’altro canto, a messo in ginocchio il mondo intero. Santini continua:
“La sensibilizzazione e la responsabilizzazione dei singoli devono guidarci nel discernere le attività necessarie da quelle superflue. […] Un secondo lockdown sarebbe insostenibile dal punto di vista economico e sociale, ma credo che sia fondamentale evitare le attività superflue per convinzione e convenienza personale, piuttosto che per imposizione governativa”.
Ora siamo in una situazione d’emergenza e ne stanno subendo le conseguenza tutti, anche categorie che si sono comportate in maniera esemplare durante questi ultimi mesi. Ma tutti si sono comportati in maniera esemplare? Attività, persone, politici? Se tutti si fossero comportati in maniera esemplare saremmo arrivati a questo punto?
No.
Domenico Attianese