L’Assunzione di Maria del Correggio. L’illusione di una scala verso il cielo

Nel Duomo di Parma, tra gli anni venti e trenta del 1500, il Correggio realizza un’eccezionale decorazione della cupola, che verrà però accolta con freddezza dai contemporanei.

La decorazione pittorica realizzata da Antonio Allegri (meglio noto come “Il Correggio” dal nome del borgo natio), rappresenta la scena evangelica dell’Assunzione della Vergine in cielo. La tematica, una delle più ricorrenti dell’epoca, viene però trattata con una libertà compositiva straordinaria, rifiutando l’iconografia tradizionale e mettendo in scena una rappresentazione a dir poco “teatrale”.

Partendo dall’imposta della cupola si sviluppano verso l’alto una serie di cortine circolari di nubi popolate da un’immane quantità di beati, santi ed angeli. I loro corpi si aggrovigliano e si sovrappongono seguendo in maniera concitata il movimento della Vergine che levita verso il cielo.

La dinamicità della scena è fortissima e trasmette l’idea di una forza che risucchia i personaggi verso l’alto. Altrettanto potente è l’effetto prospettico, che dissolve le pareti della cupola dando l’idea che sul soffitto del Duomo di Parma si apra una scala di nubi verso il cielo.

Malgrado questo l’opera fu accolta con freddezza dai contemporanei, probabilmente proprio a causa della sua composizione fortemente innovativa, teatrale, drammatica, che dunque non rispondeva al gusto dell’epoca fortemente orientato all’antichità classica e dunque ad un’arte più composta e razionale. Pare che solo Tiziano, di passaggio a Parma, apprezzò l’opera. Il Correggio ne uscì fortemente deluso per lo scarsa stima del suo lavoro.

Solo in tempi più recenti, con gli occhi di una nuova epoca e una sensibilità diversa, si è apprezzato questo capolavoro, considerato dalla critica importante e coraggiosa anticipazione della pittura barocca.

Glenda Oddi


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