Un appello per salvare la Storia: da Andrea Camilleri a Liliana Segre

Andrea Camilleri ha lanciato un appello, il 26 aprile 2019, attraverso un’intervita su Repubblica. Un appello per salvare la storia. L’appello non è stato lanciato solo da lui, ma anche da Andrea Giardina e Liliana Segre, ed è diventato il nucleo di un festival organizzato da Laterza a Napoli per far prendere coscienza alla politica del problema e ridare valore civile e morale ad una disciplina importantissima. Senza la quale saremmo destinati a ripetere gli errori del passato.

Lo stesso Alessandro Laterza ha letto il manifesto lanciato attraverso Repubblica, che si apre con delle parole emblematiche e mai più veritiere: “La storia è un bene comune. La sua conoscenza è un principio di democrazia e di uguaglianza tra i cittadini… “. Perché la Storia, con la “S” maiuscola, non è una disciplina come le altre, ma la base della libertà e dei diritti. Dimenticare la storia vuol dire dimenticare secoli di drammi, orrori e lotte per far diventar il mondo come è oggi.

Un appello lanciato per salvare la Storia e, contemporaneamente e in maniera indipendente, un festival di storia organizzato da una delle più antiche case editrici del Paese. Solo delle coincidenze? No, una necessità sentita da intellettuali di ogni latitudine della nostra Italia, Paese sempre più vittima di “vuoti di memoria”.

E l’unica cosa per risolvere il problema è ricominciare dai banchi di scuola, per formare la coscienza storica delle nuove generazioni attraverso un insegnamento serio e, soprattutto, improntato alle conseguenze degli eventi storici e ai loro significati. Un appello per far sì che anche il Governo si interessi a questo problema, che da troppe legislature sembra non interessare nessuno, a prescindere dalla corrente politica.

Domenico Attianese

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