La Pandemia ha certamente causato un aumento di problemi psicologici. Ansia, depressione e disturbi del sonno. Secondo una ricerca pubblicata sul Journal of Affective Disorders Report e condotta dal Cnr-Irib (Istituto per la ricerca e l’innovazione biomedica del Consiglio nazionale delle ricerche) di Messina in collaborazione con le Università della Calabria e della Magna Grecia di Catanzaro, oltretutto, le più colpite sarebbe le donne non sposate e con una bassa scolarizzazione tra i 26 e i 45 anni. Un target estremamente specifico.
E non si tratta solo di sintomi puramente psicologici, ossia provocati in persone che hanno vissuto fattori estranianti come periodi di quarantena prolungati, infodemia martellante o perdita di sicurezza nel sostegno sociale. Ma anche in chi è stato contagiato dal virus.
Un problema dovuto anche alla scarsa attenzione posta verso i problem ipsicologici, come ha dichiarato Antonio Cerasa, neuroscienziato del Cnr-Iri:
“Quando Covid-19 ha colpito per la prima volta, i professionisti della salute come psicologi e psicoterapeuti non erano considerati servizi essenziali. Questo significava che gli psicologi non erano autorizzati a vedere i clienti faccia a faccia, e tutte le sessioni dovevano essere spostate su piattaforme di telemedicina. D’altra parte, l’aumento dei problemi di salute mentale durante l’epidemia di Covid-19 ha ulteriormente rafforzato il bisogno generale di assistenza. “
Domenico Attianese