Altromercato promuove la sostenibilità

Le organizzazioni scelte quest’anno sono Rompi il Silenzio, il centro antiviolenza di Rimini, L’Associazione per l’Integrazione delle Donne di Modena, L’ospedale Pediatrico di Betlemme e la cooperativa di Commercio Giusto Meru Herbs in Kenya

Altromercato, realtà del commercio giusto, la principale realtà italiana di Commercio Giusto e tra le più grandi al mondo, anche quest’anno promuove un Natale sostenibile tra le aziende e per i propri dipendenti grazie ad un doppio valore aggiunto: prodotti di qualità da filiera etica e il sostegno a quattro progetti al femminile. Le organizzazioni scelte quest’anno lavorano ogni giorno a fianco di donne e bambini garantendo loro diritti, libertà e supporto concreto per un futuro tutto da scrivere: Rompi il Silenzio, il centro antiviolenza di Rimini, L’Associazione per l’Integrazione delle Donne di Modena, L’ospedale Pediatrico di Betlemme e la cooperativa di Commercio Giusto Meru Herbs in Kenya. Ormai sono sempre più le aziende che dimostrano una crescente attenzione all’eticità nelle scelte aziendali, anche sotto le feste. Con Luca Sarnacchiaro, Sales Manager Normal Trade, cerchiamo di conoscere le finalità dell’iniziativa. 

Che ruolo svolge la sostenibilità nel XXI secolo?

«Possiamo tranquillamente affermare che sempre di più la parola sostenibilità è sulla “bocca di tutti”. I dibattiti sul tema sono all’ordine del giorno e riguardano tutti: dai giovani attivisti, alla casalinga attenta alla spesa, al manager di successo. Ognuno di noi si sente coinvolto dal concetto di sostenibilità che, ricordiamoci sempre, deve essere inteso nelle sue tre forme: ambientale, sociale ed economica. Vediamo aziende, e non solo, raccontare a gran voce le proprie azioni di sostenibilità, ma sfortunatamente molto spesso rimango appunti, racconti. Fondamentale è, invece, che tali storie diventino azioni vere e proprie e non rimangano pure azioni di “green o social washing”, perché il tempo per restituire alla Terra ciò che abbiamo tolto è sempre meno. A noi di Altromercato piace parlare di “sostenibilità agìta”, perché la sostenibilità deve essere appunto anche azione e quindi mostrare ciò che concretamente un’azienda fa per raggiungere obiettivi prefissati e trasparenti. Oggi fortunatamente anche la legislazione europea chiede sempre più spesso alle aziende particolare attenzione, requisiti e certificazioni per poter lavorare con le Istituzioni e l’Amministrazione Pubblica. Oltre alle aziende, oggi anche il consumatore può e vuole sapere come le aziende agiscono in tema di sostenibilità per poter compiere in modo consapevole le proprie scelte d’acquisto, tant’è vero che molto spesso sia il consumatore sia i giovani talenti in cerca di occupazione, prima di acquistare un prodotto o inviare un curriculum verificano attentamente i livelli di sostenibilità della realtà che hanno di fronte, quantificano le azioni fatte e riflettono sugli impatti creati. Insomma oramai l’asticella della sostenibilità si è notevolmente alzata e questa è una cosa più che positiva e dovrebbe farci riflettere attentamente. Dal canto nostro, noi di Altromercato nasciamo come realtà nativa sostenibile, ossia che da sempre la sostenibilità è parte integrante del nostro DNA, infatti, da 35 anni svolgiamo un commercio giusto e sostenibile mettendo sempre al centro le persone, le comunità e l’ambiente, creando valore e contemporaneamente distribuendolo, generando un impatto concreto sul pianeta e su tutti noi. Il nostro approccio “Prosperity for People And Planet” guarda alla sostenibilità in modo integrato, coniugando un concetto di giustizia economica e sociale con un nuovo orizzonte di giustizia climatica».

Qual è l’importanza dell’etica d’impresa?

«Oggi, come dicevamo, le aziende devono mostrare valori, obiettivi e identità, che possano far sì che le persone si identifichino in essi. Anche il tipo di lavoratore sta cambiando e sempre più millennial fanno parte della forza lavoro; temi come la diversità sul lavoro e la sostenibilità sono molto importanti per questi giovani. Ogni realtà deve creare una forte identità del marchio, bisogna lavorare fortemente sull’employer branding. Le imprese oggi sono motori di cambiamento della società intera e come tali dovrebbero ampliare il proprio raggio d’azione e impatto sociale anche ad ambiti non direttamente coinvolti nella propria attività commerciale. Ognuno ha la possibilità di contribuire a ridurre criticità ambientali e sociali e per farlo può sviluppare e abbracciare soluzioni innovative che contribuiscono al futuro di tutti. Noi siamo nati 35 anni fa proprio per capovolgere il mercato tradizionale, con la volontà di lavorare giorno dopo giorno per un mondo più etico e di “contaminarlo” per riportare la persona e l’ambiente al centro, generando un impatto positivo e opportunità di sviluppo attraverso il Commercio Equo e Solidale e la cooperazione internazionale».

L’economia in che modo sarà più vicina al sociale?

«L’economia può trovare diversi modi per essere vicina al sociale. La nostra proposta di prodotti alimentari, di cosmesi, di artigianato e moda propone prodotti da filiera etica che coinvolgono 450mila produttori in 45 Paesi di tutti il mondo, oltre che in Italia. Un esempio tra tutti sono i prodotti di cosmesi Natyr, che quest’anno festeggiano 20 anni, e comprendono vari cosmetici naturali da una filiera equa e solidale, dietro cui si nascondono più di 2000 piccoli produttori in 25 paesi del mondo, come ad esempio le donne di Meru Herbs, una comunità di produttori di Altromercato presenti in Kenya dal 1991, il cui intento principale era di alleviare i vincoli finanziari che allora venivano imposti agli agricoltori locali e, al contempo, di contribuire ai costi operativi e di manutenzione del loro importante progetto idrico. Un ulteriore esempio è l’importante progetto di regalistica aziendale che abbiamo da qualche anno e che intercetta l’esigenza sempre più presente da parte delle aziende di poter fare la propria parte per costruire un futuro migliore e propone loro di fare una scelta etica contribuendo alla creazione e alla crescita di un impatto positivo grazie all’acquisto dei nostri prodotti etici. Quest’anno l’impatto positivo sarà duplice: le aziende potranno scegliere i nostri pacchi regalo contenenti prodotti da filiera etica di qualità e nello stesso tempo sostenere 4 progetti a supporto del mondo femminile “Freedom is female”. Le organizzazioni scelte quest’anno lavorano ogni giorno a fianco di donne e bambini garantendo loro diritti, libertà e supporto concreto per un futuro tutto da scrivere: Rompi il Silenzio, il centro antiviolenza di Rimini, L’Associazione per l’Integrazione delle Donne di Modena, L’ospedale Pediatrico di Betlemme e la cooperativa di Commercio Giusto Meru Herbs in Kenya».

Francesco Fravolini

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