Alloggi e lavori per certi giovani in una villa confiscata alla mafia

I progetti di formazione e reinserimento della “Artemisia Academy” 

“Villa Artemisia nasce sulle “ceneri” di quella che è stata a tutti gli effetti la lussuosa fortezza di un boss mafioso”. Questo l’incipit della pagina di presentazione web del centro Artemisia di Bari dotato di ben 1500 mq, tra immobili e terreni. Da iniziale villa ottocentesca a centro operativo della criminalità pugliese dedita al traffico internazionale di stupefacenti. Una parabola discendente a cui però, in una sorta di trasformazione alchemica, qualcuno è riuscito ad invertire la rotta. Stando alla cronistoria presente all’interno della loro pagina istituzionale, negli anni novanta va in porto il sequestro della villa in mano al clan Lazzarotto. A questo fa seguito l’attivazione immediata della Cooperativa Sociale C.A.P.S. (Centro Aiuto Psico-Sociale), che, citiamo testualmente “chiede l’assegnazione dell’immobile di Santo Spirito, per destinarlo ad una nuova funzione sociale sul territorio”.

Da qui prende simbolicamente avvio il processo di “trasmutazione alchemica” del piombo in oro. Nel 2001, C.A.P.S. ottiene l’assegnazione del bene. Si tratta, citando sempre le loro dichiarazioni, del “primo bene confiscato alla malavita in terra di Bari”. Il messaggio alla comunità è chiaro: un simbolo dell’attività mafiosa si trasforma in un bene a beneficio della comunità. Ma c’è ancora dell’altro. “Dove sorgeva un centro nevralgico per lo spaccio di stupefacenti, C.A.P.S. dà vita a una comunità terapeutica per giovani donne tossicodipendenti con figli”. Ed è proprio qui che si voleva arrivare: la Cooperativa infatti proprio con l’assegnazione di Villa Artemisia, persegue un duplice obiettivo. Vale a dire: dare ospitalità e cure a donne in grave stato di emarginazione, nonché tossicodipendenti con i loro figli e creare una piccola comunità. All’interno di un quartiere come Santo Spirito, la comunità vuole così tentare il reinserimento delle ragazze all’interno del tessuto sociale. Da qui al nuovo progetto il passo è breve. Grazie al finanziamento previsto dal bando “Beni Confiscati 2013” di Fondazione con il Sud, al sostegno del Comune di Bari e della Regione Puglia, prende così avvio un modello innovativo di mix abitativo, residenziale e turistico-sociale.

Per questo motivo una parte della Villa viene destinata ad un gruppo appartamento per neomaggiorenni italiani ed ex minori stranieri non accompagnati. Mentre la restante parte viene destinata ad attività di ristorazione, accoglienza turistico-alberghiera e programmazione culturale, co-gestita dagli stessi ragazzi.
E’ la volta quindi di ciò che prende il nome di “Artemisia Academy”, un luogo in cui, sta espressamente scritto, “i giovani abitatori della casa avranno l’occasione di ripartire da zero, dandosi una seconda possibilità”. Stringendo ora il focus sulla tipologia di alloggio, va detto che il cosiddetto “Gruppo appartamento” è destinato a sei giovani adulti (ex art. 72 R.R. 4/2006 Regione Puglia). Si tratta cioè di un servizio, a carattere residenziale, rivolto a giovani neomaggiorenni, italiani o stranieri, che non possono restare o rientrare in famiglia. Oppure per giovani che, al termine di un percorso comunitario all’interno di strutture per minori, devono ancora completare il percorso educativo per il raggiungimento della loro autonomia, in termini formativi, lavorativi e di alloggio. Per informazioni e contatti: info@artemisiabari.it ;

Tel. +39.080.5246972 .

Di Maria Teresa Biscarini

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